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Lega, è tregua nel Consiglio federale. Passa la linea di Salvini

Consiglio Federale della Lega, è tregua: Salvini incassa la fiducia dei big del partito, compreso Giorgetti

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Va a Matteo Salvini il primo round di quella che è stata dipinta come una resa dei conti tra le due anime della Lega: quella sovranista rappresentata dal segretario e quella moderata e governista rappresentata da Giancarlo Giorgetti, che sta lavorando nel tentativo di far incardinare il partito nel solco europeista dei popolari europei.

Al Consiglio federale della Lega che si è tenuto alla Camera ha prevalso la linea sovranista di Salvini, che ha incassato la fiducia dei big del Carroccio. Secondo quanto riferito all’Ansa da fonti di partito, tutti, compreso Giorgetti, hanno espresso “totale fiducia nell’attività, nella visione e nella strategia del leader”.

Salvini ha parlato per una cinquantina di minuti, rimarcando l’esigenza di essere compatti. E avrebbe ricompattato i leader del Carroccio attorno ad alcuni punti chiave, a partire dal taglio delle tasse nella prossima finanziaria.

Salvini ha poi ribadito che la dimensione europea della Lega è nel gruppo sovranista che si vorrebbe costruire assieme ad altri partiti europei e non nel Ppe, definito dal leghista “subalterno alla sinistra”.

Nell’incontro a Montecitorio è stato deciso poi di convocare un’assemblea programmatica del partito l’11 e 12 dicembre, un’occasione, ha detto Salvini, per “aggiornare e decidere i binari su cui viaggiamo”.

Consiglio Federale della Lega: i big convocati

Al Consiglio Federale, convocato in modo repentino da Salvini, si è giunti dopo giorni tesi, in cui lo stesso leader e Giorgetti si sono stuzzicati a suon di dichiarazioni.

Oltre al segretario Matteo Salvini, presenti all’incontro i tre vice Giancarlo Giorgetti, Andrea Crippa, Lorenzo Fontana; i governatori Massimiliano Fedriga, Attilio Fontana, Christian Solinas, Donatella Tesei, Luca Zaia; i capigruppo di Camera e Senato, Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo, e i commissari regionali.

“Il Consiglio federale penso che all’unanimità, è questa la mia impressione, approverà le posizioni presenti e future della Lega che in Italia e in Europa sono e saranno alternative alla sinistra”, ha dichiarato Salvini poco prima dell’inizio dell’assemblea.

Da parte mia ascolto tutti poi decido io” ha puntualizzato il segretario leghista che ha aggiunto: “Il governo di unità nazionale è per superare la pandemia. Noi abbiamo in testa un governo liberale di centrodestra, fondato su alcuni valori come il taglio delle tasse, la difesa della famiglia e la libertà”.

Giancarlo Giorgetti, a ridosso del via del Consiglio Federale, ha rilasciato esternazioni evasive: “Non so che succederà. Oggi per me è solo San Carlo, che è la cosa più importante, è il mio santo patrono”.

Bocche cucite per gli altri big del partito. Attilio Fontana, presidente della Regione Lombardia, si è pronunciato allo stesso modo di Giorgetti: “Quel che succederà lo vedremo”.

Chi invece ha rilasciato dichiarazioni infuocate è stato Giuseppe Leoni, uno dei fondatori della Lega (non convocato al Consiglio Federale) e primo deputato del Carroccio. Fu eletto nel 1987 e da tempo mostra la sua insofferenza per l’evoluzione del partito. “I padri fondatori non sono stati invitati, Salvini è un fascista!”, ha detto Leoni, attaccando il segretario.

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