Ladro minaccia agente con una pistola per rubare il telefono in Argentina, lei lo uccide: era arma giocattolo
In Argentina una poliziotta è stata arrestata dopo aver sparato con la pistola a un ladro che le aveva puntato contro un'arma giocattolo
È polemica in Argentina, dove un’agente della polizia federale è stata arrestata dopo aver inseguito e ucciso un ladro che le aveva rubato il cellulare mentre aspettava l’autobus alla periferia di Buenos Aires. Due uomini, uno di loro con una pistola in vista, si erano avvicinati alla donna ed era partita una colluttazione. Dopo l’inseguimento e l’uccisione di uno dei due malviventi, si è scoperto che la persona deceduta impugnava un’arma giocattolo.
- Il ladro ucciso in Argentina mentre impugnava un'arma (pistola) giocattolo
- Le parole della ministra della Sicurezza
- Il "metodo Bukele" applicato anche in Argentina
Il ladro ucciso in Argentina mentre impugnava un’arma (pistola) giocattolo
L’episodio è avvenuto nel quartiere di Villa Lugano, una zona dove proliferano le rapine. Lo riporta Ansa.
L’aggressione è stata registrata da una telecamera di sicurezza. Il filmato mostra i due uomini avvicinarsi alla poliziotta: dopo una colluttazione, nella quale la donna viene spinta e gettata a terra, le viene rubato il telefono.
Successivamente, stando alle fonti delle forze dell’ordine, la donna avrebbe inseguito i ladri e, quando uno dei due gli ha puntato contro l’arma, lei avrebbe reagito sparando con la sua pistola d’ordinanza.
Il malvivente rimasto ucciso, però, impugnava un’arma giocattolo, come si è appreso in seguito.
Le parole della ministra della Sicurezza
“Ha usato la sua arma e agito in legittima difesa, difendendosi da due criminali che l’hanno aggredita ferocemente”, ha scritto sui social la ministra della Sicurezza argentina, Patricia Bullrich, commentando l’episodio e correlando al post il video dell’aggressione.
“Non può rimanere in carcere. Per noi le vittime non possono essere carnefici”, ha aggiunto la politica.
Il “metodo Bukele” applicato anche in Argentina
Recentemente, le autorità della città argentina di Rosario hanno deciso di affrontare l’elevato tasso di omicidi e la presenza sempre più incalzante della criminalità organizzata applicando il “metodo Bukele“, sulla scia di quanto fatto in El Salvador dal presidente Nayib Bukele.
Questa controversa politica di sicurezza nella lotta contro le gang si basa, tra le altre cose, sull’applicazione di un regime carcerario di estremo rigore.
“Non arretreremo di fronte alle minacce”, ha detto sui social il governatore locale Maximiliano Pullaro in merito alla misura. “I detenuti sono detenuti, e se non lo capiscono staranno sempre peggio“.
Il post pubblicato dal politico argentino era corredato da una foto di un gruppo di detenuti svestiti e rasati, seduti a terra uno addosso all’altro, circondati da agenti armati in perfetto “stile Bukele”.