La telefonata di Giovanni Barreca al 112 dopo la strage di Altavilla Milicia: "Se ve lo dico non ci credete"
La ricostruzione della telefonata di Giovanni Barreca al 112 dopo la strage di Altavilla: "Voglio fare la volontà di Dio"
“Buonasera, mi devo consegnare”, così ha detto Giovanni Barreca al 112 la notte di sabato 10 febbraio dopo la strage di Altavilla Milicia. A morire sotto i colpi di una mattanza definita “esorcismo” sua moglie Antonella Salamone e i figli Kevin e Emanuel. Dopo il massacro il muratore di 54 anni ha lasciato la sua villetta e si è spinto con l’auto fino a Casteldaccia, sempre in provincia di Palermo, ad appena cinque chilometri dal luogo della strage.
Dopo circa dieci minuti di tragitto, Giovanni Barreca ha composto il 112. “Buonasera, mi devo consegnare”, ha detto ai militari. Alla richiesta del motivo, il 54enne ha cominciato con il delirio mistico: “Se ve lo dico non ci credete […] Quando uno vuole fare la volontà di Dio, gli spiriti si ribellano”. Di fronte ai tentennamenti dei militari, poi, la confessione: “Mia moglie era posseduta, capito? In pratica è morta mia moglie“.
Mentre farfugliava, Barreca faceva capire che in casa era rimasta viva solo la figlia e che lui era dovuto scappare perché “i demoni mi stavano mangiando”, ma quella “volontà di Dio” che lui stava portando a compimento è stata interrotta dagli spiriti e per questo “mi hanno bloccato la macchina e sono qui a Casteldaccia”, mentre in casa ci sono altri “due morti”.
“Io voglio fare la volontà di Dio”, ha detto più volte, poi ha iniziato a piangere mentre ripeteva le sue ossessioni religiose. Ha ringraziato i carabinieri, poi, quando gli hanno detto che sarebbero arrivati di lì a poco.