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La storia del piccolo genio Matias, il bambino che calcolava radici quadrate a 5 anni: il racconto della madre

La storia di Matias, il bambino plusdotato che a 6 mesi camminava e a 5 anni calcolava radici quadrate: il racconto della madre

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A sei mesi camminava, a cinque anni calcolava radici quadrate. La storia di Matias, bambino plusdotato già bollato come ‘piccolo genio’, è stata raccontata dalla Fondazione Inclusione Salute e Cura Roma Litorale e da sua madre, Laura. Il suo quoziente intellettivo è di 150. La Fondazione ha descritto il bambino come “prigioniero della genialità”, un fenomeno “molto più diffuso di quando si pensi”. Ecco la sua storia.

Chi è Matias

Matias è un bambino plusdotato: a 6 mesi camminava, a 9 saliva le scale, a 2 anni parlava e contava fino a 200, a 3 anni leggeva, a 5 anni calcolava le radici quadrate.

Il suo quoziente intellettivo è di 150, ma come tanti altri bimbi plusdodati – scrive la Fondazione Inclusione Salute e Cura Roma Litorale – ha sviluppato la sindrome del disturbo dello spettro autistico ad alto funzionamento.

matias plusdotatoFonte foto: Facebook

Disturbo dello spettro autistico ad alto funzionamento: cos’è

Matias si relaziona, interagisce con altre persone, ma “ha difficoltà a uscire dalla routine quotidiana e a gestire situazioni in cui potrebbe essere stimolato in modo eccessivo, anche un luogo molto illuminato o affollato“.

In sostanza, “la sua genialità lo porta a vivere in modo troppo avulso e incompreso dal contesto sociale, a volte anche familiare; e lui può sviluppare crisi di rabbia che scarica con manifestazioni e comportamenti aggressive e autolesioniste”.

Il racconto della madre

I bimbi plusdotati rischiano di essere avulsi dal contesto sociale: la Fondazione Inclusione Salute e Cura Roma Litorale – la prima a Roma – ha aperto uno sportello dedicato proprio a loro.

Secondo le stime della Fondazione, per ogni istituto scolastico di Roma ci sono potenzialmente 10 bambini plusdotati.

Matias rappresenta comunque un caso fuori dal comune e, per aiutarlo, è stata molto utile la terapia: il piccolo è stato seguito da una neuropsichiatra infantile.

La madre ha spiegato, attraverso il sito della Fondazione, che suo figlio “adesso sta meglio, ma abbiamo passato momento difficili“.

“Ha cominciato a parlare facendo calcoli matematici – raccontato la mamma -, parlava solo di numeri e forme geometriche, a poco più di tre anni leggeva. Non lo abbiamo mai stimolato a eccellere o bruciare le tappe, certamente all’inizio eravamo contenti, ma abbiamo capito subito che c’era qualcosa che non andava. In vita sua ha visto solo un cartone animato, Unizoomi, che trattava di figure geometriche e matematica”.

Dalle parole della donna emerge che “il problema era la sua iperattività, ma era un modo di manifestare un disagio, una frustrazione per essere così diverso. Era lo specchio del suo disagio e aveva crisi di rabbia molto forti: si buttava per terra, era aggressivo verso se stesso o gli altri. Ora va molto meglio: fa ippoterapia, è seguito dalla Fondazione, fa scuola calcio, possiamo anche variare la sua attività quotidiana con una certa anticipazione”.

matias-piccolo-genio Fonte foto: Facebook
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