La personal trainer Sara Ventura racconta gli abusi subiti giocando a tennis: "Molestata dagli allenatori"
L'ex tennista Sara Ventura ha dichiarato di aver subito "abusi di ogni genere" dai suoi allenatori
Sara Ventura, ex tennista professionista (oggi personal trainer di successo), ha rivelato a Vanity Fair di aver subito “abusi di ogni tipo” quando giocava a tennis.
- "Di notte dovevo stare attenta"
- "Allenatori? Insulti e svilimenti"
- "Non sono d'accordo su niente con Meloni"
“Di notte dovevo stare attenta”
“A volte, in trasferta, dividevo la camera con l’allenatore. Lo facevo per risparmiare, ma dovevo stare attenta che, di notte, andasse tutto bene. Ho subito abusi di ogni tipo, anche sessuali, diverse volte”. Così la conduttrice al magazine. Ventura ha aggiunto che quando s spegnevano le luci il coach andava nel suo letto. “Io, però, lo cacciavo”, ha chiosato. I fatti risalirebbero a molti anni fa, quando aveva 13 anni
La sportiva ha spiegato di aver parlato all’epoca della vicenda con le altre tenniste, “ragazze un po’ più grandi. Mi dicevano: eh sì, funziona così, ci siamo passate anche noi. Ho imparato a dormire con la racchetta vicino”.
Oggi, a 47 anni, tutto ciò che ha appreso dalla vita lo ha riassunto in un libro, A testa alta (DeAgostini), e lo ha innestato nella sua attività, Sara Ventura – Art & Body, il loft milanese sui Navigli dove accoglie circa 120 clienti alla ricerca di un percorso di remise en forme personalizzato.
“Ciascuno ha la sua storia – ha riferito -: ci sono persone che vengono da me dopo aver subito un trauma, altre che non riescono a dormire a causa di contratture muscolari, altre ancora che necessitano di un dimagrimento in tempi rapidi per questioni di salute. Io disegno un programma di fitness per ognuno”.
“Allenatori? Insulti e svilimenti”
Tornando agli allenatori avuti, ci sono solo parole amare: “Mi hanno abituata a coercizioni, insulti e svilimenti“. A questo punto ha ricordato un fatto emblematico: “Il giorno dopo uno dei tentativi di incursioni notturne, io giocavo una partita dei campionati europei. Stavo vincendo 5 a 2 e mi sono permessa di tirare forte la prima palla di servizio: era un rischio ma ero consapevole che, se avessi sbagliato, avrei potuto contare sulla seconda. Purtroppo sbaglio. L’allenatore si alza in piedi e mi urla: “Testa di ca**o, ti mando a casa a calci in cu*o”. Detto fatto: quella partita poi l’ho vinta, ma lui non mi ha permesso di giocare per tutto il resto della settimana”.
Ventura parla di situazioni tossiche, affermando che se non si era accondiscendenti, la facevano pagare: “Potevano non convocarti in Nazionale, farti allenare sul cemento anche se stavi per gareggiare su terra, potevano anche non iscriverti ad alcuni tornei”.
Alle spalle della donna anche una situazione difficile familiare. “Ero impegnata a sopravvivere. Mio padre era un uomo freddo, introverso, non avevamo grandi rapporti, e mia madre è mancata che avevo 12 anni: poco dopo mi hanno chiamato, insieme alle tenniste più promettenti d’Italia, per vivere, studiare e allenarmi in un collegio vicino a Roma. Ho accettato subito e sono andata via di casa. Ero sola. E non avevo neanche i mezzi economici per ribellarmi a quel sistema di ingiustizie e abusi”.
“Non sono d’accordo su niente con Meloni”
Capitolo politica. Quando le si chiede di Giorgia Meloni ha le idee chiare: “No, non sono d’accordo con lei su niente. Penso che tutti debbano avere gli stessi diritti. Io, per esempio, sono lesbica: ho i medesimi doveri dei cittadini etero, ma meno diritti. Perché? È una delle tante forme di discriminazione che ho incontrato nella mia vita”.