La 'ndrangheta infiltrata nel bar del Tribunale di Torino: tra i 4 arrestati c'è anche Rocco Pronestì
'Ndrangheta infiltrata addirittura nel bar del Tribunale di Torino: 4 arresti, tra cui il noto esponente Rocco Pronestì
Le mani della ‘ndrangheta a pochi metri dalle aule del tribunale. All’alba di martedì 18 luglio la Direzione distrettuale antimafia (Dda) e il Nucleo investigativo del comando provinciale dei carabinieri hanno arrestato 4 persone tra Torino e Savona, accusate di a vario titolo di associazione mafiosa, estorsione, usura, trasferimento fraudolento di beni e organizzazione del gioco d’azzardo. Nel mirino è finita anche la cooperativa sociale Liberamensa, che gestiva il bar all’interno del Palagiustizia di Torino. Tra gli arrestati anche Rocco Pronestì, storico appartenente alla criminalità organizzata in Piemonte.
- L'operazione all'alba
- Liberamensa al centro dell'inchiesta per infiltrazione mafiosa
- Chi sono gli arrestati: non solo Rocco Pronestì
L’operazione all’alba
L’operazione è scattata all’alba di martedì 18 luglio.
La Dda di Torino e il Nucleo investigativo del comando provinciale dei carabinieri hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, disposta dal giudice per le indagini preliminari (gip), nei confronti di 4 persone, per i reati di:
- associazione per delinquere di tipo mafioso;
- estorsione;
- usura;
- trasferimento fraudolento di beni;
- organizzazione del gioco d’azzardo.
Il Tribunale di Torino
Gli arresti sono stati eseguiti a Torino, Trofarello (Torino), Albenga (Savona) e Laigueglia (Savona).
Liberamensa al centro dell’inchiesta per infiltrazione mafiosa
Al centro dell’inchiesta anche l’infiltrazione nella cooperativa sociale Liberamensa, fondata a Torino nel 2016 e messa in liquidazione nel 2020, che reimpiegava dei carcerati nel mondo della ristorazione, aggiudicandosi l’appalto del ristorante all’interno del carcere ‘Lo Russo e Cutugno’ e del bar interno al Palazzo di giustizia torinese.
I pm titolari dell’inchiesta sono Paolo Toso e Francesco Pelosi.
Chi sono gli arrestati: non solo Rocco Pronestì
L’arrestato principale risponde al nome di Rocco Pronestì.
Il 72enne, fermato ad Albenga, dove abita, è considerato dagli inquirenti uno storico appartenente alla criminalità organizzata in Piemonte: da anni sarebbe legato ai maggiori esponenti della ‘ndrangheta locale, come Mario Ursini, Placido Barresi e Domenico Belfiore.
Pronestì era già stato arrestato in passato per vari reati in materia di armi e traffico di stupefacenti, ma sino ad ora era sfuggito alla condanna per il reato di associazione mafiosa.
In carcere, oltre a lui, anche Rocco Cambrea. Il 62enne è stato arrestato a Laigueglia, dove si trovava in vacanza: coinvolto 30 anni fa nell’operazione ‘Cartagine’, era tornato nel bar di via Postumia, dove recentemente, come era avvenuto all’epoca, aveva aperto una bisca clandestina.
Secondo l’accusa Pronestì e Cambrea avrebbero praticato usura ed estorsioni a diversi giocatori, spalleggiati dagli altri due arrestati: Saverio Giorgitto, 54 anni, e Crescenzo D’Alterio, 48 anni.
Inoltre, sempre stando alle ricostruzioni degli inquirenti, Pronestì e Cambrea, insieme a D’Alterio avrebbero organizzato un’articolata attività di infiltrazione in attività economiche lecite, soprattutto nel settore del commercio di alimenti, utilizzando una serie di prestanome e le competenze di alcuni professionisti, anche iscritti nel registro degli indagati.
Per quanto riguarda la cooperativa Liberamensa, Pronestì, Cambrea e D’Alterio, anche a seguito di contatti con appartenenti alla famiglia Belfiore, erano riusciti a controllarla sino all’interruzione del servizio dovuta all’emergenza Covid.
Diversi complici dei 4 arrestati hanno ricevuto l’informazione di garanzia e sono stati perquisiti.
Alcune vittime avrebbero negato di aver subito minacce, fatti che invece sarebbero emersi dalle intercettazioni dei carabinieri