La Nannini risponde "per le rime" a Paul McCartney, l'attacco
La cantante se la prende con l'ex Beatles che aveva bacchettato l'Italia per i voucher: "recupera i tuoi concerti da noi"
“Non abbiamo bisogno di te che bacchetti l’Italia“. Gianna Nannini non le manda a dire e risponde a tono, è proprio il caso di dirlo trattandosi di cantanti, a Paul McCartenhy che un paio di giorni fa ha bacchettato l’Italia per la decisione di non rimborsare i biglietti per i suoi concerti annullati a Napoli e Lucca, a causa delle legge che permette di elargire i tanto criticati voucher.
Gianna Nannini, con un post su Facebook, se la prende con Paul McCartney che qualche giorno fa ha criticato il sistema italiano dei buoni elargiti dagli organizzatori di eventi e concerti cancellati per l’emergenza coronavirus, come peraltro stabilito dal decreto “Cura Italia”. Il cantante dei Beatles, che avrebbe dovuto cantare a Napoli e Lucca proprio in questi giorni, ha definito “scandaloso” l’utilizzo del voucher.
La Nannini attacca Paul. La cantante ha scritto un post in cui si rivolge direttamente a McCartney con tanto di tag del cantante inglese: “Caro Paul, non abbiamo bisogno di te che bacchetti l’Italia. Invece di cancellare il tuo concerto cosa ci voleva a recuperarlo come facciamo noi e come fanno tanti artisti internazionali? La musica va aiutata in questo momento recuperando le date, non cancellandole. Ti aspettiamo Paul, vogliamo il tuo concerto!”
In attesa di una risposta, semmai arriverà da McCartney alla Nannini, la cosa ha ovviamente scatenato i social italiani. E se lo spirito patriottico rivive nei fan della Nannini che hanno appoggiato il loro idolo con “brava,così si fa” e “Gliene hai cantante 4 a quello scarafaggio”, c’è chi sottolinea con ironia la differente levatura internazionale dei due artisti: “Ah beh, se la Nannini risponde male a McCartney io allora voglio dirgliene quattro a Bob Dylan”. Altri più seriamente analizzano: “Gianna è in buona fede, ma riprogrammare il tour di McCartney un anno dopo non è esattamente la stessa cosa di farlo per il suo, o quello di Ligabue. È diverso”.