La madrina della camorra Maria Licciardi condannata a 12 anni di carcere: ispirò Scianel nella serie Gomorra
La camorrista Maria Licciardi è stata condannata a 12 anni e 8 mesi in carcere. Per la prima volta viene riconosciuta come capo dell'associazione
La madrina della camorra Maria Licciardi viene riconosciuta per la prima volta come capoclan. Indicata dalla Dda di Napoli come la coordinatrice un pezzo di malaffare a Napoli e provincia, Licciardi è stata condannata in primo grado a 12 anni e 8 mesi di reclusione. Decisive per le indagini sono state alcune cimici piazzate all’interno dell’abitazione in cui Licciardi viveva. A lei si sono ispirati gli sceneggiatori della fiction ‘Gomorra’ per il personaggio di ‘Scianel’.
Chi è Maria Licciardi
Nata a Napoli 72 anni fa, Maria Licciardi era la più piccola dei 4 fratelli del clan camorristico parte, insieme ai Mallardo di Giugliano e i Contini del Vasto, ‘dell’Alleanza di Secondigliano’.
Maria Licciardi accompagnata in prigione dopo l’arresto dell’8 agosto 2021 in provincia di Napoli
Alla morte del fratello Gennaro nel 1994, ne ha preso il posto di guida, diventando in brevissimo tempo una dei boss di camorra più potenti della città di Napoli.
I business in mano al clan dei Licciardi erano estorsioni, droga e prodotti industriali contraffatti, come i giubotti di marca falsificati.
Diventato collaboratore di giustizia, Luigi Giuliano, aveva definito Maria Licciardi “la madrina della camorra”, che più dei fratelli Vincenzo e Piero possedeva la scaltrezza del capoclan.
Una volta che i fratelli Piero e Vincenzo finirono in carcere, Maria rimase fissa alla guida dell’organizzazione. Secondo il pentito Luigi Misso, la Licciardi avrebbe dato il via libera a decine di omicidi, ma non esistono riscontri certi in merito.
Gli anni di carcere
Dopo anni di latitanza e dopo essere riuscita a sfuggire alla cattura per 7 volte, nel 2001 Licciardi fu condotta in carcere. A Rebibbia e poi all’Aquila, ha scontato 8 anni per associazione camorristica ed è stata una delle poche donne detenute al regime del 41-bis.
Uscita dal carcere nel 2009, ha ripreso la gestione dei profitti del riciclaggio, tentando di tenere un basso profilo.
La gestione dei guadagni accumulati negli anni è stata incrementata da investimenti nel settore immobiliare, con acquisti di case prese all’asta.
Le indagini e il nuovo arresto
Il secondo arresto era avvenuto da parte del Ros di Napoli l‘8 agosto del 2021, mentre stava per partire verso la Spagna dall’aeroporto romano di Ciampino.
Agli atti dell’inchiesta era emersa l’ipotesi di turbativa d’asta e diverse estorsioni.
Grazie all’uso di microspie posizionate nell’abitazione della donna, è stato possibile accertarne la colpevolezza.
Il verdetto del gup di Napoli Antonio Baldassarre, arriva il 15 marzo al termine di un processo in rito abbreviato. Motivo per cui la pena, ridotta di un terzo, è stata fissata a 12 anni e otto mesi di reclusione.
Nella sentenza Licciardi viene indicata come capo dell’associazione a delinquere fondata dai fratelli. Oltre al suo ruolo nel clan, a incidere sulla determinazione della condanna sono state anche diverse estorsioni, qualificate dal magistrato come violenza privata.