La guerra tra Israele e Hamas raccontata dai videogiochi: le storie di quelli rimossi da Google Play
La guerra tra Israele e Hamas per la questione palestinese è stata raccontata anche dai videogiochi: alcuni sono stati persino rimossi da Google Play
La guerra tra Israele e Hamas non è una novità, ma dal 7 ottobre scorso la tensione ha raggiunto picchi drammatici. Il conflitto è realtà dal 1948, anno di nascita dello Stato di Israele e in questo lasso di tempo è stato raccontato dai media, compresi i videogiochi.
- La guerra tra Israele e Hamas nei videogiochi
- Bomb Gaza e Rocket Pride, i due videogiochi rimossi da Google
- Il videogioco non violento di Rasheed Abueideh
- Il dibattito sui videogiochi che rappresentano il conflitto
- Perché Israele e Hamas sono in conflitto
La guerra tra Israele e Hamas nei videogiochi
Il ruolo fondamentale dell’aviazione nei vari conflitti dovuti alla questione palestinese è stato rappresentato in un buon numero di videogiochi simulatori di volo.
Tra questi si può ricordare Wings over Israel, pubblicato nel 2008 per computer, notevole in quanto incentrato su tre delle guerre più importanti combattute da Israele:
- la Guerra dei 6 giorni del 1867 (durante la quale l’Egitto ha imposto un blocco navale a Israele);
- la Guerra del Kippur del 1973 (legata alla festività ebraica del Yom Kippur, ricorrente proprio nei giorni in cui Hamas ha sferrato l’attuale attacco);
- la prima guerra del Libano del 1982 (occasione che ha visto la nascita di Hezbollah, organizzazione paramilitare libanese).
Bomb Gaza e Rocket Pride, i due videogiochi rimossi da Google
In occasione dell’operazione Margine di Protezione, campagna militare iniziata nel luglio 2014 dalle forze israeliane contro i palestinesi di Hamas e altri gruppi della Striscia di Gaza, la produzione di videogiochi è stata particolarmente intensa da ambo le parti in conflitto.
Il 29 luglio 2014 è uscita Bomb Gaza, app per dispositivi mobili rimossa il 4 agosto da Google Play. Il logo era un jet F-16, in uso da parte delle forze israeliane, e l’obiettivo del gioco era colpire obiettivi militari nella Striscia di Gaza evitando i civili.
Nello stesso mese esce Rocket Pride, videogioco sviluppato da Best Arabic Games con lo scopo di “supportare gli eroi assediati nella Striscia di Gaza dall’occupante”, come si leggeva nella descrizione. Rimosso da Google Play il 5 agosto permetteva al giocatore di controllare i missili della resistenza palestinese, in modo tale da colpire obiettivi israeliani sensibili.
Il videogioco Liyla & The Shadows of War
Il videogioco non violento di Rasheed Abueideh
Diversissimo il gameplay di Liyla & The Shadows of War, creato dall’ingegnere palestinese Rasheed Abueideh e uscito nel 2016: padre di due figli, Abueideh decise di creare un titolo privo di opzioni offensive da parte dei protagonisti. Si segue il destino di una famiglia palestinese, chiamata a lasciare il proprio quartiere nel tentativo di sopravvivere agli scontri che interessano la zona.
Il dibattito sui videogiochi che rappresentano il conflitto
Come detto, Bomb Gaza e Rocket Pride non sono più disponibili per l’acquisto: Google ha rifiutato di rilasciare commenti, ma tramite un portavoce ha dichiarato che le sue politiche portano alla rimozione di applicazioni che si schierano “contro gruppi o persone in base alla loro razza o etnia di appartenenza”.
Amnesty International ha invece sostenuto che i due giochi fossero “decisamente di cattivo gusto”, invitando gli utenti a chiuderli e a “leggere resoconti sulla vita a Gaza, a Rafah e nel sud di Israele”.
Di particolare interesse il caso di Liyla & The Shadows of War: in un primo momento, Apple ha rifiutato di considerarlo un videogioco, mentre il titolo era stato rilasciato senza problemi su Google Play. La vicenda però ha generato una considerevole attenzione mediatica, portando Apple a riconsiderare la sua decisione e a pubblicarlo. L’opera di Rasheed Abueideh ha continuato a riscuotere successo nel corso degli anni, nel 2021 è stata al centro di un’iniziativa di beneficenza della piattaforma Itch a supporto dei civili palestinesi.
Perché Israele e Hamas sono in conflitto
L’obiettivo di Hamas, organizzazione fondata nel 1987, è fare in modo che la Palestina venga reintegrata nei confini precedenti alla Dichiarazione d’indipendenza israeliana del 1948.
La carta costitutiva di Hamas afferma che “non esiste soluzione alla questione palestinese se non nella guerra santa”.
Il Pentagono ha già annunciato la fornitura di armi, attrezzature e sostegno militare statunitense allo Stato israeliano, e già domenica 8 ottobre il presidente Joe Biden ha espresso al primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, “profonda solidarietà per tutti i dispersi, i feriti e i morti”, garantendo “il pieno sostegno al Governo e al popolo di Israele di fronte a un attacco senza precedenti e spaventoso da parte dei terroristi di Hamas”.
Con le prospettive di una guerra lunga e difficile, si aprono anche forti incertezze sul settore petrolifero e il possibile rincaro sui prezzi di benzina e diesel: il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha espresso preoccupazioni in questo senso.