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La donna uccisa ad Aosta era Auriane Nathalie Laisne, identificata dai genitori arrivati dalla Francia

La donna uccisa ad Aosta si chiamava Auriane Nathalie Laisne: è stata identificata dai genitori, che sono arrivati in Italia dalla Francia

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Si chiamava Auriane Nathalie Laisne e viveva a Saint-Priest, cittadina dell’area metropolitana di Lione, la donna di 22 anni uccisa e trovata morta venerdì 5 aprile nell’ex cappella a Equilivaz, frazione sopra La Salle in Valle d’Aosta. La ragazza, come riporta l’agenzia ‘ANSA’, è stata identificata ufficialmente dai genitori arrivati dalla Francia.

Chi è l’uomo arrestato per la morte di Auriane Nathalie Laisne

Mercoledì sera a Lione è stato arrestato dalla Gendarmerie Teima Sohaib, 21enne di origini egiziane ma nato in Italia, sospettato di aver ucciso la ragazza. Originario di Fermo, nelle Marche, Sohaib vive da tempo in Francia ma non si sa se si fosse trasferito con la famiglia di origine oppure da solo.

La Procura di Aosta ha aperto un fascicolo per omicidio, ma lui era già ricercato dalla giustizia francese per “violazione del controllo giudiziario“: sarà processato a Grenoble nelle prossime settimane per atti di violenza nei confronti della vittima, avvenuti nei mesi scorsi. Stando ad alcune testimonianze, come riportato da ‘ANSA’, sarebbe stato visto assieme alla vittima nella zona di La Salle, nei pressi del villaggio abbandonato di Equilivaz dove si trova l’ex chiesetta in cui è stato trovato il corpo della ragazza. Il decesso è stato causato da un’emorragia conseguente a un fendente.

Carabinieri AostaFonte foto: ANSA

La caserma dei carabinieri del Gruppo Aosta, che conducono le indagini sull’omicidio di Auriane Nathalie Laisne, per il quale è stato arrestato Teima Sohaib.

Cosa si sa sull’omicidio di Aosta

“Non si è trattato di raptus, di gelosia o di passione. Si tratta di un classico femminicidio che è stato determinato da un movente di possesso e di annullamento della volontà della vittima”. Lo ha dichiarato in merito all’omicidio di Auriane Nathalie Laisne il procuratore capo di Aosta, Luca Ceccanti, durante una conferenza stampa.

Il soggetto fermato a Lione è “gravemente indiziato del delitto di omicidio premeditato e aggravato commesso tra il 26 e il 27 marzo”, ha aggiunto il magistrato.

Il caso è stato risolto “grazie all’incrocio di dati: individuando chi era transitato all’interno del territorio nazionale e nelle vicinanze di La Salle è stato possibile dare un’identità certa, anche grazie a un confronto con le fotografie, alla persona offesa e successivamente si è cercato di comprendere chi fosse la persona che l’accompagnava”. Lo ha detto in conferenza stampa il pm Manlio D’Ambrosi, titolare del fascicolo sull’omicidio.

“Le testimonianze raccolte – ha proseguito D’Ambrosi – ci hanno indicato come indiziato dal reato il soggetto che è stato fermato a Lione. Una volta individuato il corpo senza vita della giovane era fondamentale capire le cause del decesso. Per questa ragione è stato conferito l’incarico dell’autopsia. Successivamente si è passati a vedere i movimenti tra i soggetti e a cercare il movente. Il tempo trascorso dal ritrovamento del corpo al momento in cui vi è stata l’individuazione del soggetto è stato breve, bisogna dare merito ai carabinieri che sono riusciti a far combaciare i dati per dare un’identità e successivamente a localizzarlo”.

Sull’indiziato ci sono “gravi indizi di premeditazione” secondo la procura di Aosta. I due ragazzi avevano “una frequentazione assidua tra Italia e Francia” ma il rapporto “non era sereno”. Erano stati fermati e identificati pochi giorni prima del delitto, mentre entravano in Italia dal traforo del Monte Bianco.

I carabinieri hanno evidenziato che è stata utilizzata per il delitto un’arma da punta e taglio. L’omicidio è avvenuto, secondo gli inquirenti, “verosimilmente” all’interno dell’ex chiesetta. L’assassino ha poi “ricomposto il corpo della vittima, mettendola in una posizione fetale dormiente, con una pietra dietro la schiena per non farla rotolare sul lato”.

La coppia si spostava utilizzando prevalentemente mezzi pubblici. “Non c’è alcun furgone rosso” hanno precisato gli inquirenti. Il telefono della vittima non è stato trovato, così come l’arma del delitto.

Teima Sohaib, nel pomeriggio di giovedì, comparirà davanti alla Procura di Grenoble in seguito al mandato d’arresto emesso da un giudice per violazione del controllo giudiziario. La procura di Grenoble, secondo quanto appreso da ‘ANSA’, dovrebbe chiedere al giudice delle libertà e della detenzione la revoca del controllo giudiziario del giovane emessa il 13 gennaio, in attesa della sua comparizione il 3 maggio davanti al tribunale penale di Grenoble per rispondere di violenza domestica e di minacce contro la sua compagna.

Donna uccisa ad Aosta Fonte foto: ANSA
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