La Cassazione sull'omicidio Pamela Mastropietro, confermata la violenza sessuale di Innocent Oseghale
La Cassazione ha deciso sul reato di violenza sessuale nel processo contro Innocent Oseghale, in carcere per l'omicidio di Pamela Mastropietro
Sulla tragica morte di Pamela Mastropietro la Cassazione ha confermato la violenza sessuale contestata a Innocent Oseghale, già all’ergastolo per omicidio e occultamento di cadavere. Una storia, quella della 18enne originaria di Roma, di cui chiunque porta ancora le ferite. La sua vita e il suo corpo furono divisi in pezzi e abbandonati a bordo strada all’interno di due valigie, a Macerata. Una beffa, se vogliamo, da parte dell’assassino che volle sezionarne il cadavere e nasconderlo in quei trolley con i quali la ragazza era fuggita dalla comunità che la ospitava.
- La decisione della Cassazione su Innocent Oseghale
- La storia di Pamela Mastropietro, dall'inizio
- L'omicidio, l'arresto di Innocent Oseghale e la condanna
La decisione della Cassazione su Innocent Oseghale
Martedì 23 gennaio 2024 la Cassazione si è pronunciata sull’aggravante della violenza sessuale contestata a Innocent Oseghale, 29enne all’epoca dei fatti, già in carcere per scontare l’ergastolo a seguito della sentenza del 22 febbraio 2023.
La violenza sessuale, ricordiamo, fu dimostrata dall’autopsia secondo la quale l’assassino avrebbe lavato i pezzi del cadavere di Pamela Mastropietro con la candeggina per rimuovere residui organici.
Alessandra Verni, madre di Pamela Mastropietro. Dall’omicidio fino ad oggi non ha mai smesso di chiedere giustizia per sua figlia
Per Innocent Oseghale è stato confermato l’ergastolo per l’aggravante della violenza sessuale, proprio ciò in cui Alessandra Verni, madre di Pamela Mastropietro, ha sperato fin dall’inizio. Il sostituto procuratore generale della Cassazione Maria Francesca Loy aveva chiesto ai giudici della V sezione l’ergastolo: l’attesa è finita.
In caso contrario i giudici avrebbero dovuto operare un ricalcolo della pena. Grande la partecipazione all’esterno del palazzo di Giustizia di Roma, dove sono spuntati manifesti dedicati alla povera vittima: “Pamela voleva vivere e dei mostri le hanno spezzato i sogni”.
Nessuno sconto di pena per Innocent Oseghale, quindi.
La storia di Pamela Mastropietro, dall’inizio
La tragedia di Pamela Mastropietro inizia il 29 gennaio 2018, quando la ragazza si allontana dalla comunità di recupero Pars di Corridonia (Macerata) dove è ospite per curare le sue dipendenze.
Pamela Mastropietro soffre di disturbo borderline della personalità, e altre volte ha provato ad allontanarsi dal centro. Il 29 gennaio riesce nell’intento e incontra un uomo che le dà un passaggio fino alla stazione di Piediripa (Macerata), forse in cambio di un rapporto sessuale. Pamela vorrebbe prendere il treno per tornare a Roma, ma perde la corsa.
La 18enne incontra un tassista che le offre di ospitarla per una notte in cambio di un rapporto sessuale. Il giorno dopo Pamela Mastropietro raggiunge i giardini Diaz di Macerata.
I giardini Diaz sono noti per l’intensa attività di spaccio. Mentre sua madre Alessandra Verni e suo padre Stefano, con i media a fare da grancassa, cercano disperatamente la loro figlia, arriva il 31 gennaio.
Un passante informa le forze dell’ordine della presenza di due valigie, due trolley, accanto al cancello di una villetta in via dell’Industria tra Casette Verdini e Pollenza, sempre nel territorio di Macerata. Gli inquirenti scoprono che lì dentro è stato nascosto il corpo smembrato di Pamela Mastropietro.
L’omicidio, l’arresto di Innocent Oseghale e la condanna
La verità viene fuori molto presto. Le telecamere di videosorveglianza di una farmacia hanno immortalato Pamela Mastropietro mentre cammina seguita da un uomo di origini nigeriane.
È Innocent Oseghale, il suo assassino. Il 29enne, già noto alle forze dell’ordine, propone alla ragazza di seguirlo nel suo appartamento in via Spalato per consumare dell’eroina.
Quindi Oseghale, approfittando dello stato alterato di Pamela Mastropietro, consuma su di lei la violenza sessuale e la ragazza lo minaccia di chiamare i carabinieri.
In quel momento scatta l’aggressione: il 29enne pugnala la ragazza con un coltello e la ferisce al fegato, uccidendola. Quindi smembra il corpo e lava le parti con candeggina per eliminare le tracce della violenza sessuale.
Il Dna di Oseghale, però, è ancora presente sotto le unghie della ragazza. Oseghale dispone i pezzi del cadavere all’interno delle due valigie con le quali Pamela Mastropietro si è allontanata dalla comunità, si fa dare un passaggio da un amico tassista e abbandona i due trolley nel punto in cui verranno ritrovati.
Il 1° febbraio 2018 viene arrestato. Gli inquirenti trovano all’interno del suo appartamento d via Spalato i vestiti di Pamela oltre a tracce di sangue della ragazza.
Il 13 febbraio 2019 inizia il processo con rito ordinario che si conclude con la condanna all’ergastolo e 18 mesi di isolamento per Innocent Oseghale per i reati di omicidio e violenza sessuale contro una vittima in condizioni di inferiorità, occultamento e distruzione del cadavere.
Al processo d’appello bis presso il tribunale di Perugia, la madre di Pamela Mastropietro è comparsa con una maglietta con sopra impresse le immagini del cadavere smembrato della figlia.