La Cassazione non conferma il 41 bis per Giovanni Riina, indagine della Commissione parlamentare antimafia
La Cassazione annulla il 41 bis per Giovanni Riina e la Commissione antimafia avvia un’indagine sull’applicazione del carcere duro per i membri dei clan
La Corte di Cassazione ha annullato la proroga del regime di carcere duro per Giovanni Riina, figlio del boss mafioso Totò Riina. La decisione ha suscitato la reazione di diversi esponenti politici e più in generale ha riacceso il dibattito sull’efficacia e sull’applicazione del 41 bis. Intanto la Commissione parlamentare antimafia ha annunciato l’avvio di un’indagine approfondita sul regime detentivo per i reati di mafia.
- La decisione della Cassazione sul 41 bis a Giovanni Riina
- La reazione politica e l’indagine parlamentare
- Il caso Bonaccorsi e il dibattito sui permessi ai mafiosi
La decisione della Cassazione sul 41 bis a Giovanni Riina
Giovanni Riina, arrestato nel 1996 e detenuto in regime di 41 bis dal 2002, aveva presentato ricorso contro la proroga del carcere duro. La Cassazione ha accolto il ricorso, ritenendo che la motivazione del Tribunale di Sorveglianza di Roma fosse “meramente apparente”.
Come riporta Ansa, i giudici di Roma avevano giustificato la proroga del 41 bis basandosi sull’attuale pericolosità di Riina jr, la sua capacità di relazionarsi con soggetti esterni al carcere e l’attività ancora operativa dell’associazione mafiosa a Corleone.
La Corte di Cassazione ha annullato la proroga del regime di carcere duro per Giovanni Riina
La Cassazione ha però evidenziato la mancanza di un “percorso argomentativo effettivo e idoneo” che motivasse la necessità del regime speciale.
La reazione politica e l’indagine parlamentare
La decisione della Suprema Corte ha suscitato reazioni forti, sia da parte delle istituzioni che dell’opinione pubblica.
Chiara Colosimo, presidente della Commissione parlamentare antimafia, ha annunciato l’avvio di un’indagine dedicata all’effettiva applicazione del 41 bis, con particolare attenzione ai casi emblematici come quello di Riina.
“Un cedimento su un nome così importante è molto pericoloso”, ha dichiarato Colosimo, sottolineando l’intento di analizzare la situazione attuale attraverso audizioni e relazioni da presentare in Parlamento.
Anche il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro, è intervenuto sulla questione, ribadendo la necessità di mantenere alta la guardia contro la pericolosità mafiosa di Riina jr. Ha annunciato che il Ministero rappresenterà nuovi elementi per sostenere la richiesta di proroga del 41 bis.
Il caso Bonaccorsi e il dibattito sui permessi ai mafiosi
Contemporaneamente, un altro caso legato al regime carcerario ha acceso discussioni. Ignazio Bonaccorsi, boss catanese condannato all’ergastolo, ha ottenuto un permesso speciale di nove giorni per visitare la madre malata a Catania.
L’Ufficio di sorveglianza di Padova ha precisato che il permesso ha carattere “eccezionale” e prevede la detenzione domiciliare durante il soggiorno. Bonaccorsi, noto come uomo di fiducia del capomafia Turi Cappello, ha già usufruito di permessi simili in passato, l’ultimo nell’estate del 2023.