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L'overtourism fa scoppiare le mete più ambite da Venezia a Santorini: l'intervista a Federconsumatori

Aumentano le misure per contrastare il sovraffollamento nelle mete turistiche. Contrari però gli operatori del settore. L’opinione dell’avvocato

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Eleonora Lorusso

GIORNALISTA

Giornalista professionista dal 2001, ha esperienze in radio, tv, giornali e periodici nazionali. Conduce l’annuale Festival internazionale della Geopolitica europea. Su Virgilio Notizie si occupa di approfondimenti e interviste, in particolare su Salute, Esteri e Politica.

Ingressi contingentati, ticket di accesso, ma anche veri e propri divieti: sono le misure con le quali si sta cercando di contrastare il cosiddetto “overtourism”, ossia il sovraffollamento turistico che caratterizza molte località famose. Che si tratti di città e mete balneari, il risultato non cambia e soprattutto non ha confini geografici. Ne sa qualcosa Venezia, dove si pensa di ritoccare al rialzo il costo del biglietto di accesso. Se finora, nelle giornate previste, i non residenti devono pagare 5 euro, l’ipotesi è di passare a 25 in caso di prenotazione per più notti in un hotel di lusso. Una limitazione agli sbarchi è prevista anche a Santorini.

Le misure contro l’overtourism nel mondo

L’isola greca, piccola perla presa d’assalto da centinai (ma anche migliaia) di turisti al giorno, sembra ormai decisa: dal prossimo anno il numero di visitatori sarà contingentato a non oltre 8mila croceristi al giorno. Un numero non esiguo, ma inferiore ai 3,4 milioni di turisti registrato nel 2023, quando a Santorini hanno attraccato qualcosa come 800 navi. “Rispetto. È la vostra vacanza, ma è la nostra casa” è lo slogan che ha accompagnato la decisione delle autorità locali. Non va meglio a Maiorca né a Barcellona, dove invece nel mirino è finita la tassa di soggiorno.

Tasse di soggiorno più care a Barcellona

Se in Italia dal 1° settembre cambieranno le norme sugli affitti brevi, a Barcellona stanno per aumentare le tasse di soggiorno. Come spiegato dal Sindaco, “Barcellona è una città aperta ai visitatori e il turismo è un settore importante della sua economia. Detto questo sono determinato ad affrontare le conseguenze che il turismo di massa sta avendo sulla città”. Il riferimento è ai croceristi: “Abbiamo già alzato la tassa locale al massimo, 4 euro, e ora un crocierista di passaggio paga complessivamente 7 euro. Vogliamo aumentare ulteriormente la sezione locale della tassa di soggiorno per i crocieristi che trascorrono meno di 12 ore a Barcellona”.

Barcellona, 30 giugno 2021 – Nella foto la marcia dei residenti contro il turismo di massa.

Il caso Venezia, che “fa scuola”

L’obiettivo è scoraggiare, quindi, il turismo “mordi e fuggi”, come a Venezia dove è appena entrato in vigore il nuovo regolamento sui gruppi turistici accompagnati da guide, che prevede il limite di 25 persone per gruppo e il divieto di utilizzo di altoparlanti o altri strumenti analoghi che possano disturbare i residenti. Vietato anche lo stazionamento in luoghi dove possa si possa creare intralcio alla circolazione pedonale. “Sono misure introdotte per una migliore coesistenza tra l’uso turistico della città e chi invece la città la vive”, ha spiegato l’assessore al Turismo del Comune di Venezia, Simone Venturini.

Contraria Confturismo

A queste misure si contrappone l’opinione di Confturismo-Confcommercio. Come spiegato da Daniele Barbetti, presidente della sezione Toscana dell’organizzazione, “Non servono numeri chiusi, è sbagliato parlare di «overtourism, anzi dobbiamo lavorare per consolidare il primato della Toscana come regione leader del turismo italiano”.

L’intervista a Giovanna Capuzzo, vicepresidente Federconsumatori nazionale

A Venezia il ticket di ingresso potrebbe aumentare. Sono più i vantaggi per i turisti, che potranno visitare la città-museo senza calca, o gli svantaggi (pur considerando che si tratta di un biglietto previsto solo in certe giornate dell’anno)?

“La premessa è che i ticket dovrebbero essere sempre finalizzati a contenere gli accessi. Per Venezia non è così perché la misura, pur essendo stata presentata come uno strumento per regolare l’accesso di masse turistiche che affollano il centro storico, è inefficace perché non prevede un numero chiuso. Nei fatti si è tradotta in un introito per il Comune”.

A Santorini, invece, dal prossimo anno potranno sbarcare “solo” 8mila croceristi al giorno. Può servire, in questo caso?

“Da nostro punto di vista comprendiamo che ci sono situazioni in cui c’è necessità di regolare i flussi turistici per tutelare l’ambiente e rendere meno disagevole la vita dei residenti. Ma è importante che le misure adottate servano per la salvaguardia dell’ambiente e la tutela del territorio che è oggetto di visite. Tutto questo, naturalmente, va coniugato con il diritto del turista alla libertà di accesso alle località: sono due interessi da tenere in considerazione e da coniugare”.

Alcune misure, però, potrebbero non essere ben accette dagli operatori turistici…

“Esatto. Laddove gli accessi siano regolamentati – e occorre capire in che modo – è chiaro che l’indotto economico dei commercianti, degli albergatori e degli operatori in generale potrebbe avere una ricaduta negativa. Le norme dovrebbero invece consentire all’indotto di avere un certo gettito”.

Sono misure di contingentamento che hanno un fondamento, anche giuridico: insomma, sono lecite?

“Riteniamo che siano lecite le introduzioni di misure che siano finalizzate alla tutela e salvaguardia dell’ambiente, ma commisurate all’effettivo interesse a tutelare quel territorio. Non devono essere una scusa per i Comune per ottenere ulteriori finanziamenti dai privati, che poi sono i cittadini che vanno a visitare quelle zone. E soprattutto gli introiti devono essere utilizzati per la manutenzione”.

Un altro fronte è quello degli affitti brevi. Anche in Italia dal 1° settembre è prevista una stretta. Potrebbe essere utile?

“In effetti il turismo ‘mordi e fuggi’, che è aumentato anche per via delle ristrettezze economiche a fronte degli aumenti dei costi, è in alcuni casi un problema. Per questo una regolamentazione certa anche per gli affitti brevi può giovare alla qualità del turismo”.

In generale, il numero chiuso (in varie forme) in località prese d’assalto in quanto “instagrammabili” potrebbe servire a spingere a visitare anche mete meno note?

“La promozione del territorio, non solo delle località famose, è importante. In Italia ogni angolo merita di essere visitato, quindi incentivare zone meno conosciute e meno ‘instagrammabili’ farebbe bene non solo al turista che potrebbe conoscere anche altri luoghi, ma anche alla valorizzazione economica di quelle aree maggiormente visitate – che non avrebbero bisogno di ticket di ingresso – e al turismo in generale, che potrebbe essere spalmato in altre zone a minor concentrazione”.

Fonte foto: IPA

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