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L'infezione da HPV nota come Papilloma virus colpisce un uomo su tre: l'intervista al professore Liverani

Considerata una malattia “femminile”, uno studio mostra che il papilloma virus colpisce un uomo su tre: intervista al professor Liverani

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Il papilloma virus, o HPV, non infetta solo le donne, ma anche gli uomini. Lo dimostra un recente studio pubblicato sulla rivista The Lancet. Come sottolineato dall’Oms, tra le persone di sesso maschile l’infezione da HPV tende a manifestarsi clinicamente come verruche anogenitali, che causano una significativa morbilità e aumentano i tassi di trasmissione del virus. Ne ha parlato, ai microfoni di Virgilio Notizie, il ginecologo Carlo Antonio Liverani, responsabile di Oncologia ginecologica preventiva presso la clinica Mangiagalli-Policlinico di Milano.

Cos’è il papilloma virus o HPV

Il papilloma virus umano o HPV (human papilloma virus), colpisce circa un uomo su tre, dai 15 di età in su.

Uno su 5 è infetto da uno o più ceppi ad alto rischio o oncogeni.

vaccino hpvFonte foto: ANSA

Lo studio

A fornire i dati è uno studio pubblicato da The Lancet che, per la prima volta, punta il dito sulla popolazione maschile e su una malattia che finora è stata considerata quasi esclusivamente appannaggio del sesso femminile.

La patologia, invece, non solo può colpire entrambi i sessi, ma può presentarsi in modo differente e soprattutto ci possono essere meno tecniche diagnostiche nel caso dei maschi.

L’intervista a Carlo Antonio Liverani

“Va ricordato che il virus ha un’alta circolazione: si stima che l’80% della popolazione adulta sessualmente attiva venga in contatto con uno o più ceppi di HPV nel corso della vita. Questo non significa che necessariamente si potrà sviluppare un tumore come quello al collo dell’utero nelle donne”, spiega a Virgilio Notizie il ginecologo Carlo Antonio Liverani, già Responsabile di Oncologia Ginecologica Preventiva presso la clinica Mangiagalli-Policlinico di Milano.

Lo studio punta il dito sull’incidenza maschile. L’HPV, dunque, non si deve considerare solo una malattia “femminile”?

“Sì, esatto. In realtà non è una novità, ma da qualche tempo sono cadute le ultime barriere di genere e anche di età. Questo significa che, anche anni fa quando lavoravo al Policlinico di Milano, la vaccinazione nonavalente era già consigliata anche agli uomini, per i quali l’incidenza era comunque stimata a circa il 50% nella popolazione eterosessuale. Questo significa che la presenza del virus non è sinonimo necessariamente di malattia oncologica e, nello specifico, di tumore al collo dell’utero”.

E per quanto riguarda l’età, perché potrebbe essere consigliabile vaccinarsi anche in età non più giovane?

“La vaccinazione può essere eseguita anche su donne che, per esempio, hanno alle spalle una separazione o un divorzio, ma sono ancora sessualmente attive. Magari hanno un nuovo partner. Perché, allora, non pensare al vaccino come fattore di protezione?”, chiarisce l’esperto.

Come si individua e si scopre la presenza della malattia?

“Occorre distingue tra donne di fasce d’età differenti. Sotto i 30 anni, sarebbe da privilegiare il Pap test e, se questo fosse positivo, allora si potrebbe procedere con un test dell’HPV. Solo in caso di ulteriore positività, si procede con la colposcopia per individuare le eventuali lesioni. Nelle donne di età superiore, invece, si dovrebbe procedere prima con il test HPV e, in caso di positività, con il Papa test: questo perché l’azione oncogena del virus (con eventuale rischio di cancro al collo dell’utero) richiede anni. Non dimentichiamo, infatti, che in molte donne c’è una regressione spontanea del virus. Si stima sia pari al 70% dei casi: l’intervento di asportazione, dunque, va effettuato solo dopo un monitoraggio nel tempo e nel caso in cui il virus non scompaia in modo autonomo”.

Quindi non bisogna allarmarsi se si risulta positivi all’HPV?

“Esatto. Non è tanto la presenza del virus, quanto la sua persistenza nel tempo che va monitorata. Se dopo qualche anno il virus è ancora presente, allora va valutata l’eventuale asportazione, in caso insorga una lesione che va analizzata con una colposcopia – spiega Liverani – Questo perché prima o poi il virus può scomparire in modo autonomo o peggiorare e dar luogo a malattia oncologica. In questo caso la lesione che si crea va rimossa”.

Quali sono gli esami da fare per la diagnosi dell’HPV?

“La Società italiana di colposcopia sta rivedendo le linee guida, ma il percorso dovrebbe prevedere il Pap test nelle donne con meno di 30 anni, senza l’Hpv test. Questo perché la presenza del virus in età giovane è molto frequente, ma l’azione oncogena del virus, quindi lo sviluppo di un eventuale tumore, richiede anni. Solo dopo i 30 anni, invece, si dovrebbe invertire il tipo di esame: alle over 30 si dovrebbe consigliare prima il test dell’Hpv e, in caso di positività, il Pap test. Il motivo sta nel fatto che senza papilloma virus non ci può essere positività neppure al Pap test”.

Qual è, dunque, l’intervento previsto?

“Se si interviene su una lesione pretumorale, con la rimozione chirurgica, si effettua un semplice intervento ambulatoriale, con anestesia con locale in day hospital, salvo casi particolari come per esempio su donne anziane o con lesioni ampie. In questo modo si agisce prima che diventi un cancro”.

E per gli uomini? Esistono test analoghi?

“Purtroppo no, i testi non sono indicati negli uomini. Sottoporre a questo tipo di analisi anche un uomo non è efficace e comporta solo un dispendio di denaro inutile, che sia a carico del servizio sanitario nazionale o del privato cittadino”.

Il periodo Covid ha portato con un calo di vaccinazioni, compresa quella contro l’HPV. Perché è importante la prevenzione?

“Sicuramente gli screening sono importanti per poter individuare la presenza eventuale del virus e poterla monitorare. Teniamo presente, però, che esistono altri fattori di rischio, come per esempio il fumo o un sistema immunitario più o meno efficiente. Come detto, la vaccinazione non dovrebbe essere preclusa o esclusa neppure dopo i 50 anni, anche se prima la si fa e meglio è”.

papilloma-virus-hpv Fonte foto: X / ANSA
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