L'iceberg A23a più grande al mondo, grosso quanto il Molise, si è incagliato: l'incredibile video dallo spazio
Dopo alcuni anni di viaggio, l'iceberg A23a si è arenato vicino alla Georgia del Sud: è il più grande del mondo, separatosi dall'Antartide nel 1986
L’iceberg A23a, il più grande al mondo, si è incagliato a circa 80 km dalla Georgia del Sud, come testimoniato da incredibili immagini video dallo spazio. Staccatosi nel 1986, rimase bloccato per 34 anni prima di riprendere il suo viaggio nel 2020. Con 3.200 km quadrati di superficie e 300 m di altezza, potrebbe ostacolare la pesca e influenzare la fauna marina.
Il video dell’iceberg A23A arenato
È la Georgia del Sud, un’isola quasi disabitata nell’Atlantico meridionale, l’approdo finale di A23a, l’iceberg più grande del mondo. L’evento, testimoniato da immagini video, rappresenta da decenni un rischio per l’Antartide e l’ecosistema globale.
Formatosi nel 1986, A23a si staccò dall’iceberg A23 e rimase immobile per decenni nel Mare di Weddell. Nel 2020 ha iniziato a muoversi verso nord, lasciando le acque antartiche nel 2023.
Fonte foto: ANSA
L’iceberg A23a visto dallo spazio
Dove si è fermato l’iceberg A23a
Dopo essersi bloccato per mesi in una corrente oceanica, ha ripreso la rotta dirigendosi verso la Georgia del Sud, un’isola abitata da poche persone ma ricca di fauna locale come pinguini e foche.
L’iceberg non è riuscito comunque a raggiungere l’isola e si è fermato sulla piattaforma continentale, a circa 80 chilometri di distanza. Finora è rimasto stabile, senza frantumarsi in pezzi più piccoli come accaduto ad altri iceberg enormi dopo essersi staccati dall’Antartide.
Quanto è grande l’iceberg
Originariamente A23a misurava circa 3885 chilometri quadrati, ma dopo aver perso parte della sua superficie, si stima che misuri ancora 3200 chilometri quadrati, più o meno come la Valle d’Aosta e quasi quanto il Molise, raggiungendo un’altezza di 300 metri.
Gli esperti che osservano l’Antartide temevano che l’iceberg potesse bloccare le rotte marine cruciali per la fauna locale, in particolare per pinguini e foche, causando una possibile riduzione delle popolazioni.
Tuttavia, dato che l’iceberg si è fermato a una certa distanza dalla costa, le colonie non dovrebbero subire danni gravi, anche se potrebbe comunque causare qualche difficoltà ai pescatori locali.
Questi dovranno infatti fare attenzione ai blocchi di ghiaccio che si staccano, e alle colonie di pinguini Eudyptes chrysolophus, noti per la loro cresta gialla, che cacciano nella zona dove l’iceberg si è fermato.
Per quanto riguarda i pinguini, tuttavia, “potenzialmente, potrebbe interrompere il loro percorso verso i siti di alimentazione e costringere gli adulti a spendere più energia per viaggiare intorno ad esso”, ha osservato Andrew Meijers, oceanografo del British Antarctic Survey, ascoltato dal New York Times. “Questo potrebbe ridurre la quantità di cibo che torna ai cuccioli e ai pulcini sull’isola, e quindi aumentare la mortalità”.
