L'emicrania colpisce soprattutto le donne: le cause che scatenano il mal di testa, intervista all'esperto
Bassi livelli di estrogeni e alti livelli della molecola CGRP sarebbero la causa dell'emicrania, diffusa soprattutto tra le donne. L'intervista
L’emicrania colpisce il 12% degli adulti in tutto il mondo, ma soprattutto le donne. L’incidenza è 4 volte maggiore rispetto agli uomini. Per questo è considerata una patologia di genere, come ricorda l’Istituto superiore di sanità (Iss). Ne ha parlato a Virgilio Notizie Pierangelo Geppetti, direttore del Centro Cefalee dell’Azienda ospedaliero-universitaria Careggi e docente presso l’Università di Firenze, oltreché che membro della SISC, la Società italiana per lo Studio delle Cefalee.
Cos’è l’emicrania
L’emicrania non è solo un disturbo, perché ha un forte impatto “sia sulla qualità della vita che sui costi diretti e indiretti sostenuti dalla società e viene ormai considerata un importante problema di salute pubblica”, spiega l’Iss. La speranza è poter aumentare le conoscenze sull’emicrania, con l’obiettivo di mettere a punto farmaci più efficaci e soprattutto un metodo per quantificare la gravità del problema, anche ai fini assicurativi e professionali.
Gli attacchi di emicrania, infatti, costringono spesso chi ne soffre ad assentarsi dal lavoro, senza che questa patologia abbia ancora un vero e proprio metodo di valutazione standardizzato e uniforme: “Effettivamente accade spesso che in un soggetto con emicrania gli esami non evidenzino anomalie, insomma che siano perfetti, anche se la persona afferma di stare molto male e i segnali esteriori lo confermino”, spiega a Virgilio Notizie Pierangelo Geppetti, direttore del Centro Cefalee dell’Azienda ospedaliero-universitaria Careggi e docente presso l’Università di Firenze, oltreché che membro della SISC, la Società italiana per lo Studio delle Cefalee.
Pierangelo Geppetti
Lo studio
Uno studio tedesco ha individuato il mix che sarebbe alla base degli attacchi di cefalea che colpiscono in particolare le donne e questo conferma alcune delle cause scatenanti che erano indagate già alcuni anni fa dallo stesso Geppetti.
Condotto da Bianca Raffaelli del Charité Universitätsmedizin di Berlino e pubblicato sulla rivista Neurology, mostra come cause degli attacchi di emicrania la condizione concomitante di un brusco calo di estrogeni (gli ormoni femminili) e alti livelli di una molecola, chiamata CGRP (un peptide correlato al gene della calcitonina).
Si tratta di uno dei neuropeptidi che, quando insorge un attacco di emicrania, viene liberato dalle fibre nervose del nervo trigemino, quello che nervo che porta al cervello le informazioni sensoriali e dolorose percepite a livello del cranio e del volto.
In alcuni casi il suo malfunzionamento causa la cosiddetta “nevralgia del trigemino”, che può provocare dolori brevi ma lancinanti anche al solo toccarsi il volto, radersi, truccarsi, masticare o lavarsi i denti.
L’intervista a Pierangelo Geppetti
Cosa comporta questa scoperta dei ricercatori di Berlino, qual è la novità?
“Intanto va fatta una premessa. Questo studio deriva da anni di ricerche in questa direzione, iniziate nel lontano 1982, dunque 40 anni fa, con la pubblicazione di un primo lavoro sulla rivista Nature. Sono poi seguite numerose altre ricerche, anche nostre dal 1985, che mostravano che il CGRP veniva proprio liberato da fibre del nervo trigemino, non solo negli animali da esperimento, ma anche nell’uomo», spiega Pierangelo Geppetti – Ora i colleghi hanno fatto un passo in più, verificando la presenza di questa molecola nel liquido lacrimale, il che confermerebbe le precedenti intuizioni”, spiega Geppetti.
Ma cosa significa in concreto? Che si potrebbe arrivare a “misurare” l’emicrania?
“Va detto che quando si fa uno studio clinico in vivo, come in questo caso, le variabili da prendere in considerazione sono moltissime. Ma certamente il risultato del lavoro è interessante, perché prende in considerazione due variabili che possono avere un ruolo determinante nell’insorgenza dell’emicrania, cioè proprio bassi livelli di estrogeni e alti livelli di CGRP”.
Il ruolo degli estrogeni, dunque, viene confermato e giustificherebbe perché le donne sono maggiormente soggette a emicrania?
“La relazione tra l’emicrania e la fluttuazione degli estrogeni, che si verifica nelle donne tipicamente quando c’è un calo di estrogeni con il ciclo mestruale, è sicuramente un aspetto importante. Va chiarito, però, che nelle donne emicraniche le variazioni non sono così sostanziali: esiste anche una componente genetica necessaria perché questi eventi fisiologici provochino nelle donne suscettibili quell’attacco di emicrania più lungo, forte e difficile da trattare – spiega l’esperto – Certamente il risultato dello studio recente dei colleghi rappresenta un progresso nel cercare di capire l’importanza della molecola CGRP, sia per una futura ‘misurazione’ oggettiva del mal di testa, sia per mettere a punto nuovo farmaci efficaci e sicuri nel trattamento di questa patologia.
Quali sono oggi le terapie disponibili contro l’emicrania?
“Attualmente in Italia e in Europa sono tre gli anticorpi monoclonali approvati e tutti prevedono una somministrazione sottocutanea una volta al mese. È anche in arrivo un quarto monoclonale, che sarà somministrato per via endovenosa ogni 3 mesi. Sono tutti farmaci dedicati alla profilassi, quindi con l’obiettivo di prevenire l’insorgenza degli attacchi – spiega Geppetti – A questi va aggiunta una prima piccola molecola, quindi una compressa, da usare per il trattamento sintomatico, dunque per bloccare l’attacco ai primi sintomi. Ma manca ancora la definizione del prezzo e delle modalità di erogazione”.