L'autopsia su Jhoanna Nataly Quintanilla, cos'è emerso dopo l'omicidio della baby sitter: "Uccisa a mani nude"
Il corpo di Jhoanna Nataly Quintanilla presenta ecchimosi che lasciano pensare a un pestaggio avvenuto prima dell'omicidio: cosa dice l'autopsia
Il corpo parla, e durante l’autopsia racconta ciò che è successo prima dell’infausto destino. È ciò che emerge sul caso di Jhoanna Nataly Quintanilla, la baby sitter rinvenuta cadavere nell’Adda: la salma presenta ecchimosi che fanno pensare a un pestaggio prima che l’aggressione degenerasse in un omicidio. La 40enne sarebbe stata uccisa a mani nude. Per la morte della donna è stato arrestato il compagno Pablo Heriberto Gonzales Rivas.
L’autopsia
Durante la sua confessione Pablo Heriberto Gonzales Rivas, 48 anni, ha raccontato che Jhoanna Nataly Quintanilla sarebbe morta per un gioco erotico finito in tragedia durante il quale le avrebbe spezzato il collo. Successivamente, preso dal panico, avrebbe deciso di liberarsi del cadavere abbandonandolo nell’hinterland di Milano.
L’autopsia, però, rivelerebbe un’altra storia. Secondo LaPresse dall’esame condotto dagli esperti dell’istituto di medicina legale di Pavia risulterebbe che sul cadavere sarebbero presenti ecchimosi.
Fonte foto: ANSA
Ecchimosi che inevitabilmente lasciano intendere che prima di morire Jhoanna potrebbe essere stata aggredita e pestata a mani nude, dal momento che la salma non presenta lesioni riconducibili ad armi da taglio o da fuoco. ù
La morte sarebbe dunque sopraggiunta per strangolamento e/o soffocamento. Per avere più risposte sarà comunque necessario attendere gli esiti degli esami istologici effettuati sui tessuti.
Il ritrovamento del corpo di Jhoanna Nataly
Il corpo di Jhoanna Nataly Quintanilla è stato rinvenuto il 2 marzo nelle acque dell’Adda nel territorio di Zelo Buon Persico, in provincia di Lodi. Il cadavere si trovava in avanzato stato di decomposizione e gonfio, un’alterazione dovuta alla lunga permanenza nell’acqua.
La salma era semi-nascosta in una valigia, la stessa con la quale le telecamere di videosorveglianza puntate su piazza dei Daini a Milano avevano inquadrato Pablo Heriberto Gonzalez Rivas mentre la caricava sulla sua Fiat Punto proprio di fronte all’ingresso del monolocale nel quale viveva insieme alla donna.
L’omicidio della baby sitter
La vicenda ha avuto inizio nella notte tra il 24 e il 25 gennaio, quando si sono perse le tracce di Jhoanna Nataly Quintanilla. La donna, originaria di San Salvador come il compagno, lavorava come baby sitter presso l’abitazione di un medico. I sospetti si erano subito concentrati sull’uomo. Quest’ultimo, infatti, ne aveva denunciato la scomparsa solamente dopo una settimana.
Il cerchio intorno a Gonzalez Rivas si è ristretto quando gli inquirenti lo hanno messo di fronte alle immagini delle telecamere di sicurezza di piazza dei Daini, che lo avevano inquadrato nella stessa notte mentre caricava un borsone pesante nella propria auto. Inizialmente, infatti, il 48enne aveva raccontato di essersi svegliato di soprassalto nel cuore della notte e di essersi accorto dell’assenza della compagna.
L’uomo si diceva convinto che la donna si fosse allontanata spontaneamente per stabilirsi presso un’amica, per questo – nella sua versione iniziale – aveva presentato la denuncia di scomparsa in ritardo. L’inchiesta è condotta dalla Procura di Milano rappresentata dal pubblico ministero Alessia Menegazzo e dall’aggiunta Letizia Mannella, che contestano al 48enne l’omicidio volontario pluriaggravato e l’occultamento di cadavere.
TAG:
