L'allerta dell'Oms sull'Enterovirus E-11 che colpisce i neonati: intervista all'infettivologo Matteo Bassetti
L'intervista a Matteo Bassetti sull'Enterovirus E-11 che colpisce i neonati: “Niente panico, ma va alzato livello di attenzione anche negli ospedali"
L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) non ha nascosto le proprie preoccupazioni per l’aumento dei casi di infezioni da Enterovirus E-11, che sta colpendo soprattutto i neonati. Sul tema, ai microfoni di Virgilio Notizie, è intervenuto Matteo Bassetti, direttore della clinica di Malattie infettive dell’Ospedale San Martino di Genova.
L’allarme dell’Oms
L’Oms di recente ha parlato di “incremento dell’incidenza e della gravità” dell’infezione “nei neonati”.
In particolare l’attenzione è rivolta alla Francia, dove si è registrato quello che viene definito un “insolito” aumento degli episodi “a causa del deterioramento estremamente rapido – spiega l’Oms – e del tasso di mortalità associato tra i bambini colpiti”.
L’intervista a Matteo Bassetti
Ma di cosa si tratta? Che tipo di precauzioni sono state adottate in Italia? A rispondere a Virgilio Notizie è l’infettivologo Matteo Bassetti, Direttore della clinica di Malattie infettive dell’Ospedale San Martino di Genova.
Sembra che non ci sia ‘pace’: dopo il coronavirus, il vaiolo delle scimmie e l’influenza aviaria, ora l’allarme riguarda l’Enterovirus. Di cosa si tratta?
“È un Echovirus 11 (la sigla è E-11, ndr), fa parte degli Enterovirus e non è assolutamente nuovo. È un virus già noto da tempo che colpisce dando delle forme di gastroenterite”.
In Francia la soglia di attenzione si è alzata dopo 9 casi registrati da luglio 2022 ad aprile 2023, in 4 ospedali. L’ultimo bilancio è di 7 neonati morti e due ancora ricoverati. Quali sono i rischi in caso di infezione?
“Le 7 vittime in Francia sono neonati e soprattutto pretermine, cioè nati prima del tempo. La Francia è vicino a noi e alcuni casi si verificheranno anche in Italia o si sono già verificati. Il motivo per cui sono più colpiti i bambini così piccoli è perché non hanno ancora la capacità di difendersi da un’infezione che, invece, nelle persone adulte può dare dei problemi, ma certamente non di questa gravità, perché dispongono di un sistema immunitario più maturo”.
Quali sono gli organi che possono essere maggiormente attaccati da questo virus?
“Nel caso dei neonati si sono verificate delle cosiddette sepsi neonatali, che quindi hanno colpito contemporaneamente vari organi, tra i quali il fegato e i reni. La conseguenza è stata un’insufficienza multiorgano che ha portato a sua volta al decesso”, chiarisce l’infettivologo.
Com’è la situazione in Italia? Siamo pronti a fronteggiare un eventuale aumento di casi?
“L’attenzione credo che vada alzata, perché l’E-11 è uno dei tanti virus in circolazione, anche in Italia, come risulta dalle ultime rilevazioni. Ad essere interessati sono molti bambini, adolescenti, ma anche diversi adulti, che stanno soffrendo di gravi forme di gastroenterite che potrebbe anche essere sostenute da questo Echovirus 11. Detto questo è evidente che i danni che ha fatto questo virus negli ultimi mesi in Francia nei neonati pongono questi ultimi a un’attenzione particolare.
Nonostante l’allarme, la stessa Oms ha anche valutato come “basso il rischio di salute pubblica per la popolazione generale, nonostante la natura preoccupante dell’aumento (dei casi, ndr)”. Quali sono le precauzioni che tutti dovrebbero osservare?
“Sicuramente va posta molta attenzione alle norme igieniche, a partire dal lavaggio delle mani. Questo vale per tutti, ma soprattutto per chi ha a che fare con i neonati che, come detto, sono più fragili”.
Per quanto riguarda eventuali piani ad adottare a livello ospedaliero, per l’accoglienza di casi di Echovirus 11, occorre qualche azione preventiva?
“Credo che dovesse esserci un aumento dei casi naturalmente i centri neonatali, dove sono normalmente ricoverati questi neonati specie se pre-termine o comunque in generale tutti i neonati, siano già attrezzati. Però è importante alzare ulteriormente il livello di attenzione anche in Italia, anche a livello di laboratori. È fondamentale cercare, oltre agli tipi di virus che vengono cercati da noi infettivologi nei neonati, come ad esempio il rotavirus o altri che possano causare gastroenterite nei più piccoli, anche questo Echovirus che evidentemente è capace di creare maggior problemi”.
L’Oms ha spiegato che “gli Enterovirus non polio sono comuni e distribuiti in tutto il mondo. Sebbene le infezioni siano spesso asintomatiche, alcune possono presentarsi con infezioni del tratto respiratorio”. I sintomi includono febbre, naso che cola e senso di debolezza generale. Come si diagnostica l’infezione da questo virus?
“La diagnosi in questo caso si fa soprattutto sulle feci con esami di biologia molecolare, cioè attraverso test moderni che permettono appunto di individuare, attraverso la cosiddetta ‘amplificazione genica’, l’eventuale presenza del virus. Esorto comunque a non allarmarsi, a non generare l’effetto ‘terrorismo’ perché appunto si tratta di un virus già noto, anche se comunque è bene non sottovalutare i possibili rischi da infezione: i neonati e i giovanissimi in genere, infatti, se colpiti possono avere danni importanti, quindi occorre attenzione”.