L'ad Rai Roberto Sergio sotto scorta dopo le minacce per il comunicato su Israele letto in tv da Mara Venier
Roberto Sergio sotto scorta dopo le minacce ricevute in seguito al comunicato su Israele letto da Mara Venier a Domenica In: la decisione del Viminale
Roberto Sergio, amministratore delegato (ad) della Rai, è stato messo sotto scorta dal Ministero dell’Interno. Il Viminale ha preso questa decisione mercoledì 14 febbraio dopo le minacce ricevute dal dirigente in seguito alle sue posizioni su Israele, emerse dopo la lettura del comunicato da parte di Mara Venier durante la puntata di Domenica In dell’11 febbraio.
- Presidio sotto la sede della Rai
- Fascicolo in Procura
- Il Governo Meloni difende Roberto Sergio
- L'opposizione contro l'ad Rai
Presidio sotto la sede della Rai
Nella tarda mattinata, prima della notizia dell’assegnazione della scorta, davanti alla sede della Rai, in viale Mazzini a Roma, alcune decine di manifestanti hanno sventolato bandiere della Palestina, intonato cori ed esposto striscioni.
Su uno di questi c’era la scritta Radio Televisione Israeliana, con lettere grondanti vernice rosso sangue.
Ghali a Sanremo 2024, prima di pronunciare le parole – “Stop al genocidio” – che hanno fatto infuriare l’ambasciatore israeliano a Roma
Il presidio era stato convocato da Potere al Popolo per protestare proprio contro la presa di posizione dell’ad Rai, Roberto Sergio, a sostegno di Israele.
I cancelli del palazzo che ospita i vertici della tv di Stato sono stati chiusi, con diversi agenti di polizia a monitorare la situazione.
Fascicolo in Procura
Secondo quanto riferito dall’Ansa sarebbe all’attenzione della Procura di Roma una informativa delle forze dell’ordine in relazione alle minacce ricevute dall’ad della Rai Roberto Sergio e ad alcuni suoi familiari dopo il suo comunicato sulla guerra in Israele.
L’incartamento è all’attenzione del procuratore capo Francesco Lo Voi.
Non è esclusa l’apertura di un fascicolo d’indagine nelle prossime ore.
Il Governo Meloni difende Roberto Sergio
Diversi esponenti del Governo Meloni, nelle ultime ore, si sono schierati dalla parte dell’ad Rai, Roberto Sergio.
Per il senatore di Forza Italia, Maurizio Gasparri, “Sergio ha fatto bene a emettere quella nota. Anzi, avrebbe dovuto fare ancora di più visto lo squilibrio dei giudizi espressi durante Sanremo nel silenzio di Amadeus, che forse o non conosce i fatti o condivide le condanne unilaterali che dimenticano l’altra faccia della storia”.
Poi è sceso in campo il vicepremier, e leader della Lega, Matteo Salvini: “La mia solidarietà umana e culturale a Roberto Sergio e totale condanna per chi insulta e minaccia professandosi ‘pacifista'”, ha dichiarato in una nota.
L’opposizione contro l’ad Rai
Nei giorni scorsi, invece, dall’opposizione si erano levate le richieste di dimissioni all’ad Roberto Sergio.
Alleanza Verdi-Sinistra, dopo la lettura del comunicato da parte di Mara Venier, ha sottolineato che “in TeleMeloni tira una bruttissima aria, di censura. La censura non è servizio pubblico e per fortuna non è ancora stato abolito l’art. 21 dalla nostra bella e robusta Costituzione”.
Per il responsabile informazione del Pd, Sandro Ruotolo, “quello che è successo in Rai è grave. Prima la velina e poi la censura nello stesso programma”, mentre i componenti Dem della commissione di Vigilanza Rai sottolineano che “la libertà di espressione degli artisti è sacrosanta e va rispettata. Abbiamo assistito a una brutta pagina della Rai con l’ad che si è elevato a giudice dei contenuti di una canzone e di ciò che dice un artista sul palco e Mara Venier che si è prestata a fargli da megafono”.