Kata scomparsa a Firenze, parla il procuratore Luca Tescaroli: a che punto sono le indagini dopo oltre un mese
La bambina peruviana è scomparsa il 10 giugno, gli inquirenti continuano a cercare indizi tra i filmati delle telecamere di sorveglianza
A oltre quaranta giorni dalla scomparsa di Kata le ricerche non si fermano. Il procuratore aggiunto di Firenze, Luca Tescaroli, ha precisato che “le indagini su Kata sono sempre in corso e continua anche l’analisi delle telecamere cittadine”. Il magistrato sta seguendo il caso insieme ai pm Christine Von Borries e Giuseppe Ledda.
- Nessun indagato per la scomparsa di Kata
- Si continua a cercare tra i filmati della sorveglianza
- L’ipotesi del sequestro a scopo di ritorsione
Nessun indagato per la scomparsa di Kata
La bambina peruviana di 5 anni è scomparsa il 10 giugno dall’ex hotel Astor di Firenze, uno stabile occupato in cui viveva insieme alla madre e al fratellino.
Ancora oggi non ci sono indagati per la vicenda, nonostante gli appelli della famiglia e le ricerche delle forze dell’ordine, che hanno passato al setaccio ogni angolo dello stabile, che nel frattempo è stato sgomberato.
Si continua a cercare tra i filmati della sorveglianza
Il corpo della piccola, dunque, non è stato trovato all’interno dell’ex hotel Astor di Firenze. Anche per questo motivo, nelle scorse settimane, è emersa la possibilità che la bambina possa essere stata portata in Perù. Un’ipotesi rilanciata dal quotidiano Il Tempo.
Non avendo trovato traccia di Kata nelle immagini delle telecamere più vicine all’ex Astor, gli inquirenti stanno man mano acquisendo i filmati delle telecamere che si trovano nelle zone più distanti, procedendo per cerchi concentrici in modo da allargare l’area di ricerca.
L’obiettivo è quello di trovare veicoli sospetti che nelle ore immediatamente successive alla scomparsa si sono allontanati dalla zona.
I genitori di Kata
L’ipotesi del sequestro a scopo di ritorsione
Al momento la pista che sembra essere prevalente, anche se gli inquirenti non escludono alcuna ipotesi, è quella del sequestro come ritorsione maturata nell’ambito del racket delle stanze in affitto nello stabile.
A quanto pare, all’interno del palazzo occupato, era in corso uno scontro tra due o tre fazioni per il controllo degli affitti abusivi. Gli interrogatori effettuati tra i residenti non hanno portato quasi a nulla a causa della scarsa collaborazione.
Luciano Garofano, ex comandante dei Ris e consulente della famiglia di Kata, si è detto convinto che la bambina sia stata sequestrata e portata via.