Istituto superiore di sanità, incendiato il portone a Roma
Istituto Superiore di Sanità, portone dato alle fiamme: le reazioni del ministro Speranza e del presidente Brusaferro
Incendiato il portone d’ingresso dell’Istituto superiore di Sanità (Iss) a Roma. In serata è stato cosparso di liquido infiammabile e dato alle fiamme. I responsabili si sono dati alla fuga. Sul posto sono giunti i carabinieri che indagano sull’episodio. Il portone è stato danneggiato dal fuoco e dal fumo che ha invaso l’atrio dell’istituto. I custodi sono intervenuti e hanno dato l’allarme. Alcuni dipendenti avevano da poco lasciato la struttura. A riferire la notizia è l’Ansa.
Gli agenti stanno analizzando le immagini delle telecamere della strade attorno all’Istituto superiore di sanità che potrebbero avere filmato chi ha appiccato il fuoco. Al momento non viene esclusa alcuna pista, dal gesto di un folle ad un atto dimostrativo. A spegnere le fiamme con un estintore ci ha pensato una pattuglia dei carabinieri. Ancora in corso i rilievi del Nucleo Investigativo che faranno un’informativa per la Procura. I danni causati all’edificio non sarebbero ingenti.
Roberto Speranza: “Inaccettabili gli atti intimidatori, il nemico è il virus”
“Sono inaccettabili gli atti intimidatori contro l’Istituto Superiore di Sanità. A Silvio Brusaferro e a tutte le donne e gli uomini dell’ISS va il mio pieno sostegno e la gratitudine per il lavoro straordinario fatto ogni giorno al servizio del Paese. Il nemico è il virus. Non chi si impegna per combatterlo”. Lo scrive il ministro della Salute Roberto Speranza in un post su Facebook.
“L’Istituto, fin dall’inizio della pandemia, lavora incessantemente per dare il massimo sostegno scientifico alla gestione dell’emergenza nell’unico interesse di tutelare la salute di tutti i cittadini e delle nostre comunità. Continueremo perciò a servire il nostro Paese per superare insieme questa pandemia”. Così’ il Presidente dell’Istituto Silvio Brusaferro e il Direttore Generale Andrea Piccioli che si sono espressi in merito a quello che Speranza ha definito “un attacco intimidatorio”.