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Per l'Inps è morta e le bloccano la pensione, anziana nel Torinese deve dimostrare di essere viva per riaverla

Per un caso di omonimia, un'ex insegnante 70enne, risultata deceduta per l'Istituto, non riceve la pensione da due mesi

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Un’ex insegnante di Balangero, in provincia di Torino, si è vista bloccare improvvisamente la pensione percepita dal 2004 perché per l’Inps risulta morta. La 70enne deve adesso dimostrare di essere in vita per tornare a riavere l’assegno.

La vicenda

La storia raccontata sulle pagine del quotidiano La Stampa ha inizio il 4 luglio quando l’anziana chiama la propria banca per avere chiarimenti sul mancato accredito della pensione. Dall’altro capo del telefono la donna si sente rispondere che il suo assegno è stato “stornato” il 30 giugno perché dall’Inps era arrivata la comunicazione della sua morte.

Per l’Istituto l’anziana era venuta a mancare il 15 giugno, ma ad essere deceduta in realtà era stata una sua omonima.

Nonostante la scoperta dell’abbaglio e la conseguente segnalazione, la signora 70enne non è ancora riuscita a risolvere l’inconveniente.

Il racconto

“Ho dovuto chiedere al comune di Balangero di produrre e rilasciarmi quella che si chiama ‘dichiarazione di esistenza in vita‘ – ha raccontato al quotidiano torinese – e, insieme alla fotocopia della mia carta di identità, l’ho spedita via mail prima, il 5 luglio alla banca, altrimenti mi avrebbero bloccato il conto corrente.”

“Poi, il 14 luglio, ho mandato tutto anche all’Inps, sia di Torino che alla sede di Roma. Questo sempre tra una telefonata e l’altra, sperando che l’iter si sbloccasse” ha spiegato l’ex insegnante, senza però ottenere ancora una soluzione della vicenda.

“Ora sono già due mesi che non percepisco la pensione”, ha detto la donna.

pensionati-inps Fonte foto: ANSA
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