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Influenza aviaria da virus H5N2, 59enne morto in Messico: era il primo caso umano al mondo, che sintomi aveva

In Messico è stato confermato il primo morto per un caso umano di aviaria derivata dal virus H5N2: i sintomi

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Primo caso in un umano. Un uomo in Messico è morto dopo aver contratto una delle varianti del virus che causa l’influenza aviaria, denominato H5N2: i sintomi della malattia e il parere degli esperti.

Primo morto per un caso H5N2 in Messico: i sintomi

Un uomo di 59 anni è morto in Messico a seguito del contagio del virus H5N2, una delle varianti dei patogeni che causano l’influenza aviaria. Il paziente era già affetto da diverse malattie, ma il suo caso è comunque rilevante.

Si tratta infatti del primo caso di influenza aviaria registrato per una persona che, almeno stando all’anamnesi che ha potuto fornire, non era mai entrato in contatto con pollame o altri animali.

Messico aviaria H5N2 virus morto primo caso umano sintomiFonte foto: Ansa
Pier Luigi Lopalco, docente di Epidemiologia all’università del Salento

I sintomi sviluppati dall’uomo, che era già allettato da quasi un mese a causa di altre condizioni, sono progrediti rapidamente. Dopo la febbre sono comparsi il fiato corto, la nausea e la diarrea. Una settimana dopo è stato ricoverato per poi morire il giorno stesso.

Il virus umano dell’influenza aviaria, i casi negli Usa

Da diversi anni l’Organizzazione mondiale della sanità indica l’influenza aviaria come la prossima grande pandemia. Il contatto quotidiano delle persone con migliaia di animali, polli in particolare, crea infatti le condizioni per una mutazione del virus che gli permetta di passare da umano a umano.

Di recente negli Usa si sono verificati 3 casi umani di aviaria causata da un virus simile a quello che ha ucciso il 59enne in Messico: H5N1. Questo patogeno ha fatto il cosiddetto salto di specie, passando ai bovini e causando un’epidemia.

I tre contagiati lavorano tutti a contatto con questi animali. Inizialmente i sintomi sviluppati danneggiavano gli occhi, ma nell’ultimo dei tre casi scoperti il paziente ha sviluppato un’infezione respiratoria. Questo tipo di malattia è più semplice da trasmettere in caso il virus mutasse rendendosi in grado di passare da persona a persona.

Gli esperti invitano alla calma: Lopalco tranquillizza

Riguardo al caso messicano Pier Luigi Lopalco, docente di Epidemiologia all’università del Salento, tranquillizza:”Un caso isolato che, purtroppo, rientra nella casistica attesa e che non deve suscitare allarme, fino a quanto resta un caso unico”. ,

“Casi isolati di infezioni gravi da virus di influenza aviaria sono segnalati nel mondo in maniera abbastanza costante. Difficile ipotizzare come il virus sia arrivato ad infettare questo povero cittadino, ma sicuramente sarà originato da qualche allevamento di polli nei paraggi” ha poi continuato il medico.

“Da sottolineare che il ceppo è del tutto differente dall’H5N1 che sta circolando in Nord America, anche se le sigle sembrano simili” ha poi concluso all’agenzia di stampa Adnkronos.

Le raccomandazioni di Pregliasco

Il virologo dell’università di Milano Fabrizio Pregliasco si dimostra più preoccupato riguardo al caso di H5N2 che ha portato alla morte di un uomo in Messico: “Le informazioni che arrivano riguardo all’influenza aviaria credo evidenziano il fatto che stiamo vedendo solo la punta di un iceberg” dichiara.

Sarà necessaria una pianificazione per assicurare la disponibilità di un vaccino specifico anti-aviaria, una strategia mirata alla protezione dei gruppi più a rischio a cominciare da allevatori e altre categorie esposte in via diretta” ad animali potenzialmente infetti” ha poi aggiunto.

Dopo Covid siamo in una fase in cui è difficile comunicare. Sembra di gridare ‘al lupo al lupo’, di evocare i momenti più tristi come se ci si volesse tornare. Ma davvero non dobbiamo rimanere impreparati di fronte a questo problema”. conclude poi Pregliasco

messico-aviaria-h5n2-virus-morto-primo-caso-umano-sintomi Fonte foto: Ansa
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