Infettivologo Massimo Galli trucca il concorso universitario, ma è assolto: perché per i giudici non è reato
Il Tribunale di Milano considera certa l'interferenza di Massimo Galli nel concorso, ma non c'è reato di turbativa d'asta: infettivologo assolto
Il Tribunale di Milano ha stabilito che l’infettivologo Massimo Galli, ex primario del Sacco di Milano, ha favorito il suo allievo Agostino Riva nel concorso per professore associato nel febbraio 2020, pur non commettendo reato. Sebbene Galli abbia “pilotato” il processo selettivo, è stato infatti assolto dall’accusa di turbativa d’asta grazie a recenti sentenze della Cassazione che escludono tali procedure dal reato. In precedenza invece era arrivata la condanna a un anno e quattro mesi per falso, poiché ha alterato la redazione dei verbali del concorso.
- Massimo Galli ha truccato il concorso ma non è reato: il motivo
- La sentenza del Tribunale e la posizione dell'infettivologo
- Massimo Galli, la precedente condanna
Massimo Galli ha truccato il concorso ma non è reato: il motivo
Il processo ha confermato con certezza le responsabilità di Massimo Galli sul concorso, ma grazie a recenti interventi della Cassazione non ha commesso alcun reato.
Nel febbraio 2020 Agostino Riva ottenne, grazie al concorso “pilotato”, la posizione di professore associato nel dipartimento di Scienze Biomediche e Cliniche, guidato dallo stesso infettivologo.
Massimo Galli in precedenza era stato condannato per falso nell’ambito dello stesso concorso
Tuttavia, un cambiamento giurisprudenziale decisivo è intervenuto nel maggio 2023, quando la Cassazione ha emesso tre sentenze simili, escludendo le procedure di selezione pubblica dal reato di turbativa d’asta.
Questo ha portato all’assoluzione di Galli dall’accusa principale, sollevata dalla Procura di Milano, poiché non rientra più nel reato contestato.
La sentenza del Tribunale e la posizione dell’infettivologo
“È indubbio che Galli, persona preposta alla procedura di selezione in qualità di presidente della commissione, abbia discusso, concordato, predisposto i criteri e infine attribuiti i punteggi insieme al candidato della procedura stessa, ovvero Riva” si legge nella sentenza del Tribunale di Milano.
Allo stesso tempo, è stato appurato che Galli fece di tutto per alterare “tutte le regole sottese alla procedura selettiva, per cui deve vincere il candidato più meritevole (non essendo previsto nel caso specifico alcun sistema di cooptazione)” dato che in quel frangente Massimo Puoti, l’altro candidato, non si era ancora formalmente ritirato, pur avendo deciso di farlo, concretizzando però le sue intenzioni soltanto il 3 marzo 2020.
Massimo Galli, la precedente condanna
Il professore, che ha concluso la sua carriera accademica nel novembre 2022, in precedenza è stato invece condannato per aver falsificato il verbale relativo all’assegnazione dei punteggi ai candidati in competizione per il posto.
La commissione esaminatrice avrebbe dovuto infatti decidere collegialmente, ma secondo i giudici Bertoja-Cantù Rajnoldi-Taricco, tale principio è venuto meno. La manipolazione del processo è stata attribuita a una volontà deliberata e pianificata di Galli di favorire Riva, ignorando completamente le regole della selezione.
Il tribunale ha osservato come l’intera procedura concorsuale sia stata guidata da meccanismi estranei a una vera competizione, essendo già “manipolata” sin dai suoi primi passaggi, distorcendo le dinamiche del concorso per privilegiare un candidato specifico.