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Infermiera di Piombino assolta in Cassazione per 6 morti sospette, appello bis per altri 4 decessi

L'infermiera di Piombino accusata di aver ucciso almeno 10 pazienti è stata assolta per 6 morti sospette, ma si farà un appello bis

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L’infermiera di Piombino accusata di aver cagionato la morte di alcuni ricoverati tra il 2014 e il 2015 è stata assolta anche dalla Corte di Cassazione per il decesso di sei pazienti, mentre per i restanti 4 si terrà un appello bis. Una nuova svolta nel caso di Fausta Bonino, 59 anni, che secondo l’accusa avrebbe ucciso dieci pazienti con dosi massicce di eparina.

Il caso

Secondo l’accusa, Fausta Bonino avrebbe causato la morte di 10 pazienti ai quali avrebbe somministrato dosi letali di eparina al punto di provocare in loro un’emorragia cerebrale.

Per questo motivo nel 2016 era stata arrestata e condannata all’ergastolo fino al 2019, quando il gip del tribunale di Livorno aveva cancellato la condanna. Nel gennaio 2022 la corte d’appello di Firenze aveva assolto la Bonino da tutte le accuse di omicidio volontario.

Infermiera piombino assoltaFonte foto: ANSA
L’infermiera di Piombino Fausta Bonino è stata assolta per la morte di 6 pazienti dalla Corte di Cassazione

In quell’occasione la corte d’appello aveva contestato la mancanza di “indizi gravi, precisi e concordanti” che mettessero in correlazione le morti dei pazienti con la responsabilità dell’infermiera.

Assolta in Cassazione l’infermiera di Piombino

Il 4 maggio 2023 è arrivata la sentenza della corte di Cassazione, con Fausta Bonino assolta per 6 morti sospette.

Con questa decisione la Cassazione ha ribaltato la sentenza dell’appello confermando l’assoluzione per soli sei decessi, mentre per i restanti quattro si terrà un appello bis a Firenze.

Fausta Bonino si è sempre proclamata innocente

Nel corso dell’intera vicenda giudiziaria, Fausta Bonino si è sempre dichiarata innocente. Intervistata da ‘Repubblica’ nel 2021, aveva detto: “Ho sempre fatto il mio lavoro con scrupolo”.

A far cadere le accuse nell’appello del 2022 sarebbero stati alcuni difetti strutturali dell’ospedale di Piombino presso il quale la Bonino lavorava. Ad esempio, la corte di appello aveva evidenziato che in quel reparto non erano presenti sistemi di videosorveglianza in grado di immortalare la Bonino in eventuali atti criminosi.

Ancora, sempre secondo la corte d’appello allo stesso reparto si accedeva con un badge a disposizione di tutto il personale dell’ospedale, oltre alla presenza di accessi dall’esterno. Una delle porte, addirittura, sarebbe stata lasciata spesso aperta.

Per il momento non è dato conoscere la data dell’appello bis.

assolta-infermiera-piombino Fonte foto: ANSA
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