India, salvato il bambino sordo rimasto intrappolato nel pozzo per 5 giorni: come è stato raggiunto
Rahul Sahu, bambino sordomuto caduto in un pozzo, è stato tratto in salvo dopo una maxi operazione durata 5 giorni
Ha avuto un finale positivo la storia del bimbo di 11 anni caduto in un pozzo in India. Rahul Sahu è rimasto intrappolato per 5 giorni, ma alla fine è stato tratto in salvo. Una storia che, in Italia, ha ricordato a molti quella del piccolo Alfredino Rampi, ma per fortuna questa volta l’esito è stato diverso. I soccorritori sono riusciti a tirare fuori il bambino sordomuto caduto in un pozzo nello stato del Chhattisgarh, nel nord-ovest dell’India.
- Bambino caduto nel pozzo, le operazioni di salvataggio
- Intervento di recupero del bimbo caduto nel pozzo seguito in tv e sui social
- I soccorritori hanno scavato un pozzo parallelo per salvare il bambino
Bambino caduto nel pozzo, le operazioni di salvataggio
Secondo le prime informazioni, il piccolo Rahul Sahu è ora ricoverato in ospedale in buone condizioni.
Oltre 500 persone hanno partecipato alla complessa operazione di salvataggio, tra operatori dell’esercito, della National Disaster Response Force e della Protezione civile indiana. La vicenda ha tenuto l’intero Paese con il fiato sospeso per 5 giorni.
Intervento di recupero del bimbo caduto nel pozzo seguito in tv e sui social
Le operazioni di recupero del bambino sono stare seguite minuto per minuti in televisione e sui social network.
Grazie a sofisticate tecnologie il piccolo è stato tenuto sotto controllo video ed è stato raggiunto con una conduttura per l’ossigeno a 24 metri di profondità, dove era rimasto intrappolato.
Dopo molti sforzi Rahul Sahu è stato tirato fuori dal pozzo artesiano in cui era scivolato. I medici hanno detto che le sue condizioni sono buone e che presto si riprenderà pienamente.
Un murale dedicato al piccolo Alfredino Rampi, morto a Vermicino nel 1981
I soccorritori hanno scavato un pozzo parallelo per salvare il bambino
Nei 5 giorni in cui è rimasto bloccato, al bambino sono stati forniti anche liquidi e cibo. Come ha piegato uno dei responsabili delle operazioni di salvataggio, Mahabir Mohanty, la presenza di rocce dure ha ostacolato la costruzione di un tunnel.
Per arrivare dal bambino, infatti, i soccorritori hanno scavato una fossa parallela e poi un tunnel di collegamento tra i due pozzi.
Fortunatamente la storia di Rahul Sahu è finito in modo diverso da quella di Alfredino Rampi, il bambino che nel 1981 morì dopo essere caduto in un pozzo a Vermicino. Allora furono inutili le operazioni di soccorso.