Indi Gregory e lo stop ai trattamenti vitali: la decisione del giudice inglese, nessun trasferimento in Italia
Indi Gregory, il giudice Robert Peel ha stabilito lo stop ai supporti vitali: nessun trasferimento in Italia
L’Alta Corte britannica ha sentenziato: Indi Gregory si spegnerà nelle prossime ore, nell’ospedale dove è ricoverata in Inghilterra o in un hospice. E non in Italia.
La decisione, che porta la firma del giudice Robert Peel, stabilisce che proseguire a tenere in vita con la ventilazione artificiale la bambina, affetta da una grave e incurabile patologia mitocondriale, sarebbe un accanimento terapeutico che le procurerebbe solo altra sofferenza.
- Indi Gregory non sarà trasferita al Bambin Gesù di Roma
- L'intervento di Paolo Veronesi
- Andrea Crisanti d'accordo con il giudice Peel
Indi Gregory non sarà trasferita al Bambin Gesù di Roma
Il magistrato ha così deciso che Indi non potrà essere trasferita in Italia, dove l’ospedale Bambin Gesù aveva dato disponibilità per riceverla. Nei giorni scorsi il nostro Paese, con una fulminea decisione del Consiglio dei Ministri, aveva concesso la cittadinanza italiana alla piccola.
“Ieri nel primo pomeriggio – comunicano i legali della famiglia Gregory – su richiesta dei familiari di Indi Gregory, il console italiano a Manchester nella sua funzione di giudice tutelare ha emesso un provvedimento di urgenza, dichiarando la competenza del giudice italiano e autorizzando l’adozione del piano terapeutico proposto dall’ospedale Bambin Gesù di Roma e il trasferimento della minore a Roma”.
Gli avvocati hanno spiegato che il console “ha anche nominato un curatore speciale per gestire le procedure. Il decreto è stato comunicato dal curatore al direttore generale dell’ospedale britannico al fine di favorire la auspicabile collaborazione tra le autorità sanitarie dei due Paesi ed evitare un conflitto di giurisdizione”.
L’intervento di Paolo Veronesi
“Purtroppo per le malattie che non danno speranze di guarigione è sempre difficile capire quando staccare la spina. È una decisione che però spetta in caso di minori ai genitori”. Così Paolo Veronesi sul caso a margine della consegna al Teatro alla Scala di Milano del premio ‘Lombardia è Ricerca’.
Il caso di Indi è passato dall’Alta Corte alla Corte d’Appello ed è tornato di nuovo all’Alta Corte. “Faremo ancora ricorso in appello”, assicura Simone Pillon, l’avvocato della famiglia Gregory. Resta da capire se il ricorso verrà accolto e in che tempi. Anche perché, allo stato attuale, la ventilazione artificiale che tiene in vita la bimba verrà interrotta a partire dalle 14 del 9 novembre.
“Che ragione ci può essere di detenere Indi qui, contro la volontà dei genitori, quando c’è un ospedale in Italia pronto ad accoglierla”. Così Andrea Williams del Christian Legal Centre, l’associazione religiosa che dà sostegno alla famiglia Gregory.
Andrea Crisanti d’accordo con il giudice Peel
Il senatore del Pd Andrea Crisanti, che ha dimorato a Londra per anni, insegnando all’Imperial College, ritiene la decisione del giudice Peel corretta.
Un’immagine del professore e senatore Andrea Crisanti
“Il sistema sanitario britannico – ha dichiarato Crisanti – è all’avanguardia in questi campi, portare la bambina in Italia sarebbe stata una inutile crudeltà. A cosa servono nel suo caso le cure palliative? Penso che da parte del governo Meloni ci sia stata solo una questione politica, per farsi pubblicità a buon mercato sulla pelle dei genitori di Indi”.