Campagna vaccinale, Locatelli spiega quali sono i prossimi obiettivi
Il coordinatore del Cts Franco Locatelli fa il punto sulla campagna vaccinale anti Covid, parlando di indecisi e bambini
“A oggi sono state somministrate 72 milioni di dosi, il 63 per cento delle persone vaccinabili ha completato il percorso, il 68% ha ricevuto almeno una dose”. Sono i dati, riportati dal coordinatore del Comitato tecnico scientifico Franco Locatelli in una intervista al Messaggero, che testimoniano l’efficienza della conduzione della campagna vaccinale anti Covid in Italia.
“Abbiamo usato – spiega – il 97% delle dosi consegnate. Abbiamo una copertura decisamente molto buona per gli over 80, il 92% è vaccinato. Esiste, però, anche un grande lavoro da fare per mettere in sicurezza quelli delle decadi precedenti”.
Ci sono infatti ancora oltre 4 milioni di over 50 non vaccinati e da convincere. “Dobbiamo coltivare meglio il dialogo, noi dobbiamo avere particolare attenzione alla cura della paura”.
“Ma – aggiunge – mi risulta difficile capire perché queste persone non si tutelino: se in mille tra i 50 e i 59 anni si contagiano, 6 muoiono. Si tratta di un numero molto alto”. Tra i ragazzi invece Locatelli ha osservato una “importante e crescente adesione alla campagna vaccinale“.
Covid, vaccino per i bambini a novembre
Il prossimo passo sarà il vaccino anti Covid per i bambini sotto i 12 anni: “Ci aspettiamo l’autorizzazione a novembre, sia Pfizer sia Moderna sono già a buon punto”.
È necessario vaccinare anche i più piccoli secondo il coordinatore del Cts, che ricorda come da inizio pandemia in Italia siano morti 28 pazienti di età pediatrica.
“Inoltre – aggiunge – vaccinando i bambini eviteremo focolai anche nelle scuole elementari e dunque il ricorso alla didattica a distanza. Limiteremo la circolazione del virus e la possibilità che contagino genitori e nonni”.
La vaccinazione è fondamentale nel combattere la pandemia, anche se “alla luce della possibilità che i vaccinati possono infettarsi, il concetto di immunità di gregge o immunità di comunità non è strettamente applicabile nella sua definizione classica”.
Sul fatto che una parte di vaccinati possa comunque essere infettata, Locatelli fa chiarezza: “Oggi la maggior parte delle persone ricoverate è non vaccinata o ha ricevuto solo la prima dose. Quanto ci hanno offerto i vaccini, in termini di protezione da patologia grave, è straordinario”.
“Tutti gli studi parlano del 97% di protezione dal rischio di terapia intensiva o decesso. Che il vaccino non dia una copertura totale rispetto al semplice rischio di infezione lo abbiamo sempre detto”.
Sicilia e Sardegna verso la zona gialla
Riguardo l’andamento della pandemia e il rischio di passaggio in zona gialla per alcune regioni, come Sicilia e Sardegna, Locatelli spiega che “i numeri di oggi danno ancora un po’ di margine, non penso sarà un evento immediato”.
“Nonostante siamo in vacanza, non possiamo dimenticarci che siamo ancora in una fase pandemica. Sicilia e Sardegna, e in parte anche Calabria, per la bellezza di queste regioni e per l’attrattività turistica rischiano di pagare un prezzo maggiore”.