Indagini sulla morte di Angelo Onorato confermano il suicidio: cos'è emerso dagli accertamenti sulla fascetta
Sulla fascetta trovata stretta attorno al collo di Angelo Onorato c'era traccia soltanto del suo Dna: confermata l'ipotesi del suicidio
Gli ultimi accertamenti della polizia scientifica hanno confermato che la morte dell’architetto Angelo Onorato, marito dell’eurodeputata Francesca Donato, è avvenuta per suicidio. La fascetta da elettricista trovata stretta attorno al collo di Onorato non contiene tracce biologiche di altre persone, ma solo il Dna dell’architetto e di chi gli ha prestato soccorso il 25 maggio.
Indagini sulla morte di Angelo Onorato: la fascetta
Come riporta La Repubblica, questo dato avvalora ulteriormente la tesi del suicidio, già sostenuta dall’autopsia effettuata presso l’Istituto di Medicina Legale del Policlinico: Angelo Onorato è morto per soffocamento e non ha tentato di rimuovere la fascetta.
Il medico legale Tommaso D’Anna non ha rilevato segni di aggressione o pugni, né tracce di un possibile tentativo di difesa. Solo il segno lasciato dalla fascetta al collo. Gli ultimi esami confermano che Onorato avrebbe stretto la fascetta da solo.
La bara durante il funerale di Angelo Onorato
Gli investigatori della sezione Omicidi della squadra mobile stanno esaminando minuziosamente i dati recuperati dallo smartphone e dal tablet dell’architetto. Una grande quantità di informazioni, molte delle quali erano state cancellate, è stata recuperata grazie a sofisticate tecniche di analisi.
Il suicidio e la lettera
Gli inquirenti cercano di scoprire se vi fosse un disagio, un ricatto o qualche altra causa che possa spiegare il gesto estremo di un uomo che ha scelto di non confidare il suo dolore a nessuno, né ai familiari né agli amici più intimi.
Finora non è emerso nulla di significativo, ma la polizia continua a esaminare i dati recuperati.
Una cosa è certa: due giorni prima di togliersi la vita, Angelo Onorato ha consegnato una lettera a un amico avvocato, dicendogli: “Se mi succede qualcosa, consegna questa busta a mia moglie”.
La lettera, scritta a febbraio, delineava la situazione economica della famiglia senza menzionare il suo gesto.
Il racconto dell’amico
Un altro amico ha raccontato alla polizia che il mistero risale a dicembre: “A fine anno, per due volte nel giro di una settimana, mi chiese come procurarsi una pistola“.
Il team coordinato dal procuratore aggiunto Ennio Petrigni e gli investigatori della squadra mobile hanno considerato anche l’ipotesi di un omicidio, ma nell’abitacolo della Range Rover, dove è stato trovato il corpo, tutto era in ordine.
L’indagine continua, con ulteriori accertamenti tossicologici per completare l’esame autoptico, nella speranza di chiarire definitivamente le circostanze che hanno portato al decesso.