Inchiesta stadio di San Luca a Reggio Calabria, arrestato ex sindaco Bartolo e obbligo di dimora per dirigenti
Arresti domiciliari per l’ex sindaco e per un assessore del comune di San Luca (Reggio Calabria): obbligo di dimora per 4 persone, stadio sequestrato
In seguito a una indagine durata due anni dei Carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria sono finiti agli arresti domiciliari l’ex sindaco e un assessore del comune di San Luca (Reggio Calabria), con altre quattro persone che hanno ricevuto l’obbligo di dimora. Sequestro preventivo per lo stadio comunale “Corrado Alvaro”.
Gli arresti a San Luca (Reggio Calabria)
Un’inchiesta sulla gestione dei fondi destinati allo stadio di San Luca, nella città metropolitana di Reggio Calabria, ha portato all’arresto dell’ex sindaco Bruno Bartolo e all’obbligo di dimora per diversi dirigenti e amministratori locali.
L’operazione, condotta dalla Procura della Repubblica di Locri, ha svelato un presunto sistema di irregolarità nella gestione degli appalti pubblici e nell’utilizzo delle risorse destinate alla struttura sportiva.
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Secondo quanto emerso dalle indagini, gli appalti per la costruzione e la gestione dello stadio sarebbero stati caratterizzati da gravi irregolarità amministrative e contabili, commesse a partire da agosto 2022 fino a gennaio 2024.
L’inchiesta sullo stadio comunale
Dalle indagini sarebbe emerso che i fondi pubblici stanziati per la costruzione della struttura sarebbero stati gestiti in modo poco trasparente, con presunte alterazioni nei documenti di gara e favoritismi nei confronti di specifiche aziende legate alla squadra di calcio locale.
Gli accusati sono ritenuti responsabili di aver violato le normative sugli appalti pubblici per favorire consorzi locali a scapito della concorrenza leale. La Procura ha disposto il sequestro dell’intera struttura sportiva, ritenendola il fulcro delle presunte irregolarità.
L’operazione dei Carabinieri ha riguardato anche quattro dirigenti della locale società calcistica “A.S.D. San Luca 1961”, sottoposti all’obbligo di dimora e di presentazione alla Polizia giudiziaria.
Le accuse contestate
Tutte le persone indagate dovranno rispondere del reato di turbata libertà degli incanti, dato che gli inquirenti hanno ipotizzato la manipolazione o il condizionamento di procedure amministrative per l’affidamento di spazi pubblici, nello specifico per gli spazi riguardanti le aree del Santuario di Polsi e dello stadio comunale “C. Alvaro”.
Per quanto riguarda i due ex amministratori comunali, si aggiunge l’accusa di falso ideologico del pubblico ufficiale in atti pubblici, finalizzato a favorire soggetti legati alla locale squadra di calcio.
L’ex sindaco dovrà rispondere anche di apertura abusiva di luoghi di pubblico spettacolo, dato che sarebbero state rilasciate autorizzazioni per eventi e attività sportive non in regola con le norme di sicurezza, con vantaggi economici indebiti pervenuti alla società sportiva.
