Incendio sul Carso, la bora soffia sulle fiamme: evacuate centinaia di persone
Il devastante incendio sul Carso è stato domato e contenuto, ma a preoccupare ora è il vento di bora: evacuate centinaia di persone a Gorizia
Non è ancora stato annunciato il definito fuori pericolo nella zona del Carso. Nonostante il devastante incendio scoppiato martedì 19 luglio sia stato messo sotto controllo, a preoccupare ora è l’avanzata delle fiamme sul fronte sloveno e soprattutto il vento di bora. Nella serata di ieri, sabato 23 luglio, sono state evacuate centinaia di persone.
- Carso, venti di bora: evacuate 300 persone
- Le fiamme hanno raggiunto le spiagge
- Come è iniziato l'incendio sul Carso
- Cosa è la bora e da dove arriva
Carso, venti di bora: evacuate 300 persone
Le brutte notizie per Vigili del Fuoco e soccorsi non sembrano finite: dopo aver arginato le fiamme sul Carso triestino, l’incendio si è spostato più a Est, verso il confine della Slovenia. Resistono ancora alcuni focolai, alimentati anche dai venti di bora arrivati nella tarda serata di ieri, sabato 23 luglio.
Secondo quanto riferiscono fonti locali, in misura preventiva è stata ordinata l’evacuazione delle località San Michele del Carso e Gabria del Comune di Savogna d’Isonzo (provincia di Trieste). In totale sarebbero 320 le persone trasferite nella palestra del Sovodnje.
#Gorizia, a Savogna d’Isonzo, frazioni di Gabria e San Michele del Carso, evacuate a scopo precauzionale 350 persone, per un #incendio che sviluppatosi in territorio sloveno si sta spingendo verso il confine italiano. Impegnati 60 #vigilidelfuoco [#23luglio 23:00]
— Vigili del Fuoco (@vigilidelfuoco) July 23, 2022
In una nota, il sindaco Luca Pisk di Savogna d’Isonzo ha fatto sapere ai cittadini che la bora “potrebbe mettere a rischio la parte carsica del comune”, invitando quindi chi non ha possibilità di farsi ospitare da amici e parenti a recarsi nella palestra comunicale.
Le fiamme hanno raggiunto le spiagge
Le aree interessate dall’evacuazione non sono quelle di Doberdó del lago e Duino Aurisina, interessate nelle scorse ore dall’incendio che ha preoccupato e continua a preoccupare la popolazione.
Giovedì le fiamme che sono divampate nella zona boschiva tra Trieste e Gorizia sono arrivate anche in spiaggia: un’enorme nuvola di fumo si è levata sul litorale adriatico e i bagnanti di località come Lignano Sabbiadoro e Grado si sono ritrovati sotto un cielo grigio e in un’aria pesante e fumosa.
Ai cittadini è consigliato di tenere chiuse le finestre e di usare le mascherine. Le stesse indicazioni sono arrivate anche per l’isolata Trieste, nei giorni scorsi raggiungibile solo via mare.
Come è iniziato l’incendio sul Carso
Le cause dell’incendio scoppiato sul Carso – il più violento degli ultimi giorni assieme a quello che ha devastato la Versilia – sarebbero ancora ignote. Tutto è iniziato martedì 19 luglio, quando a causa delle fiamme sono stati chiusi 30 km della A4 tra Redipuglia e Lisert, in direzione di Trieste.
Il personale del casello di Lisert è stato evacuato dai Vigili del Fuoco e dalle forze dell’ordine ed è stata sospesa anche la circolazione ferroviaria tra Monfalcone e Bivio d’Aurisina. Una vasta colonna di fumo si è levata su tutto il Carso triestino, ma ora a preoccupare è il fronte sloveno e l’aiuto della bora.
Cosa è la bora e da dove arriva
Tra i più famosi, la bora è un vento di caduta e di compressione che soffia dal nord-est. È una corrente fredda, si mantiene tale nonostante la discesa dalla cima e la sua caratteristica principale è la discontinuità. Il nome deriva da Borea, personificazione del vento del Nord per i greci.
Vengono identificati due tipi di bora: quella chiara è associata al bel tempo, con cielo sereno e poco nuvoloso. La bora scura invece è caratterizzata da raffiche d’arie note come refoli molto forti (il record è 188 km/h) ed è quel tipo di vento associato al brutto tempo per cui sono note le zone triestine.