In Kenya la polizia spara sui manifestanti con proiettili di gomma: 22 morti dall'inizio delle proteste
In Kenya le manifestazioni stanno diventando sempre più gravi così come la loro repressione: 22 i morti
Caos in Kenya. Le manifestazioni contro l’aumento delle tasse nel Paese africano che hanno portato all’incendio nel parlamento sono degenerate: dall’inizio degli scontri sono 22 i morti.
- La polizia spara sui manifestanti con proiettili di gomma
- La legge che ha causato le manifestazioni
- Le denunce sui diritti umani durante le proteste
La polizia spara sui manifestanti con proiettili di gomma
Le manifestazioni in Kenya stanno peggiorando ogni giorno. Nonostante il presidente William Ruto abbia ritirato la legge all’origine del malcontento, i cittadini continuano a protestare.
Il grosso delle manifestazioni si sono sviluppate nella capitale Nairobi ma il governo ha deciso di tenere un approccio molto duro nei confronti di chi scende in piazza a protestare.
Un ferito nelle manifestazioni a Nairobi
La polizia ha sparato proiettili di gomma sulla folla e ha utilizzato gas lacrimogeni. Secondo quanto riporta la rete Al Jazeera, tra le poche che sta seguendo sul posto le proteste, i morti sarebbero già 22 e una trentina i feriti.
La legge che ha causato le manifestazioni
Il Kenya è spesso visto come uno dei Paesi più stabili dell’Africa orientale e dell’interno continente. Ha sviluppato una fiorente industria tecnologica, ma presenta ancora molte criticità.
Una di queste è lo stato delle infrastrutture e del debito del Paese. Per affrontarla il presidente Ruto aveva approvato una legge che aumentava diverse tasse e che avrebbe colpito milioni di cittadini.
Il Kenya però ha sofferto di una grave crisi inflazionistica negli ultimi mesi, con aumenti molto seri dei prezzi, una perdita di valore della moneta e un calo molto deciso dell’occupazione.
Le denunce sui diritti umani durante le proteste
Il numero di morti molto alto delle proteste in Kenya ha portato alcune associazioni a denunciare gli atteggiamenti della polizia e dell’esercito del Paese, che si stanno occupando di gestire le manifestazioni.
L’ordine degli avvocati del Kenya ha chiesto alla Corte suprema proprio di fermare l’utilizzo dell’esercito. I giudici dovrebbero esprimersi nei prossimi giorni sull’argomento.
I manifestanti intanto stanno chiedendo ora attivamente le dimissioni del presidente Ruto. Non è bastato aprire in televisione al dialogo con i giovani, che costituiscono buona parte dei manifestanti.
Oltre a questo lato “morbido” però. Ruto ha continuato anche con il suo approccio duro nei confronti di chi protesta contro le sue politiche. Recentemente ha definito i manifestanti dei veri e propri “sovversivi”.