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Ilaria Salis parla per la prima volta dal carcere, l'incontro con Ciani (Pd): i dettagli su catene e cella

Dal carcere di massima sicurezza in Ungheria arrivano le prime parole di Ilaria Salis, frutto del colloquio con il deputato Paolo Ciani

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Ilaria Salis, detenuta in Ungheria dal febbraio 2023 dove è accusata di lesioni aggravate a militanti neonazisti, ha parlato per la prima volta dal carcere in occasione del colloquio con l’onorevole Paolo Ciani. L’attivista ha raccontato alcuni dettagli sul suo stato di detenzione, dalle ormai celebri catene (diventate un simbolo) alla quotidianità della sua vita in cella. Apparsa determinata e forte, Ilaria Salis ha mostrato fiducia in una svolta favorevole per il suo caso, puntando agli arresti domiciliari da scontare a Budapest.

Ilaria Salis, le prime parole dal carcere ungherese

Nella sala colloqui del carcere, Ilaria Salis è sembrata decisa ad affrontare la sua situazione con determinazione, ben felice che da quando il caso è salito alla ribalta, indignando l’opinione pubblica in Italia, le sue condizioni di detenzione sembrerebbero migliorate.

“Da quando in Italia si è parlato della mia storia, il mio trattamento in carcere è migliorato” ha confessato martedì pomeriggio nel colloquio di circa un’ora con il deputato Paolo Ciani, vice capogruppo Pd-Idp a Montecitorio e segretario di Demos.

parole ilaria salis carcereFonte foto: ANSA

L’immagine di Ilaria Salis in catene ha indignato l’opinione pubblica in Italia

Obiettivo arresti domiciliari

Ilaria Salis, portando con sé un foglio pieno di appunti per non dimenticare nulla, ha espresso a Ciani il desiderio di ottenere gli arresti domiciliari. “Spero di ottenerli anche qui a Budapest perché possa essere una tappa che mi consenta di essere trasferita in Italia” è la sintesi del suo discorso.

“Non penso sia giusto chiamare in causa il pericolo di fuga, perché sono una persona con una famiglia, un compagno, un lavoro. Non ho intenzione di scappare” ha chiarito Salis.

Un murales orribile e i dubbi su un processo equo

“Mi hanno detto che qui vicino è comparso un murales che mi ha molto colpito negativamente. Spero qui si possa avere un processo giusto” ha confidato al deputato, riferendosi a una raffigurazione che l’ha ritratta impiccata.

“Per fortuna da quando l’Italia si sta mobilitando, il trattamento qui è meno pesante. Ad esempio hanno aggiustato una finestra della cella” ha sottolineato Ilaria Salis, che però ha condiviso dettagli sulle difficoltà nel quotidiano del carcere duro.

In cella tutto il giorno senza cena

L’ora d’aria è garantita, ma soltanto quella. Poi, il resto della giornata di Ilaria Salis si svolge da rinchiusa. “Si resta in cella per 23 ore, l’ora d’aria è davvero solo una. Sono in una cella con otto letti a castello, insieme ad altre sette detenute, sei sono ungheresi e una croata. Non ho avuto particolari problemi con loro”.

“Al mattino per colazione ci danno dei salumi, abbiamo anche il pranzo, ma alla sera non è prevista la cena” ha spiegato Ilaria Salis, con l’alternativa di acquistare generi alimentari, rigorosamente crudi perché le detenute non sono autorizzate a cucinare i cibi. “Le catene? Purtroppo questa procedura qui è la normalità” ha chiarito a Ciani.

La testimonianza di Paolo Ciani

Ilaria Salis ha chiesto al deputato di non essere dimenticata e abbandonata. Ciani, testimone della sua situazione, ha sottolineato l’importanza del sostegno istituzionale e umanitario, garantendo il suo impegno per assicurarle un trattamento dignitoso e giusto.

“I genitori hanno potuto incontrarla solo dopo sette mesi dall’arresto” ha spiegato il deputato, prima di un colloquio telefonico con suo padre, Roberto Salis. Che si è messo alla ricerca di un appartamento, nel caso in cui le vengano accordati i domiciliari. “Io onestamente dopo questa visita non ci terrei tanto a ritornare in questo luogo” aveva scritto il papà su Facebook, uscito dal carcere di massima sicurezza Gyorskocsi Ucta.

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