"Ilaria Salis muori" e altre scritte fasciste con svastiche vicino all'ambasciata di Ungheria a Roma
Mercoledì nei pressi dell'ambasciata d'Ungheria a Roma, sono apparse scritte contro Ilaria Salis e inneggianti al fascismo, croci celtiche e svastiche
Alcune scritte contro Ilaria Salis e inneggianti al fascismo, svastiche e croci celtiche sono comparse nella tarda serata di mercoledì 28 febbraio su un muro nei pressi dell’ambasciata d’Ungheria a Roma.
- Le scritte contro Ilaria Salis a Roma
- Il diario dal carcere in Ungheria di Ilaria Salis
- Le parole del ministro degli Esteri dell'Ungheria su Ilaria Salis
Le scritte contro Ilaria Salis a Roma
Vicino all’ambasciata d’Ungheria a Roma, attorno alle ore 22,40 di mercoledì 28 febbraio, sono comparse le scritte “Ilaria muori“, “Camerati liberi” e “Il fascismo non si processa“. Le scritte apparse su un muro in via Marcello Malpighi sono poi state rimosse.
Sul posto sono intervenuti i poliziotti del commissariato Porta Pia e i colleghi della Polizia Scientifica. Come riportato da ‘SkyTg24’, sono al vaglio le telecamere di zona per risalire agli autori, mentre sulla vicenda sono in corso accertamenti della Digos.
Ilaria Salis è detenuta in Ungheria dallo scorso febbraio con l’accusa di aver aggredito due neonazisti.
Il diario dal carcere in Ungheria di Ilaria Salis
Un diario rivolto alla “cara mamma”, trasmesso nell’edizione serale del Tg3, ha rimesso in fila gli appunti di un anno di detenzione della 39enne in carcere in Ungheria dallo scorso febbraio con l’accusa di aver aggredito due neonazisti.
Pensando alla sua famiglia, Ilaria Salis ha scritto nel diario: “Saranno preoccupati e affranti i miei. Ed io sono qui (…) e non capisco quasi nulla di ciò che accade intorno. Tumulata viva, segregata in un mondo alieno, in un baratro oscuro ‘dove ‘l sol tace'”.
Le parole del ministro degli Esteri dell’Ungheria su Ilaria Salis
In un video pubblicato su ‘Facebook’, il ministro degli Esteri ungherese Peter Szijjartó ha attaccato duramente Ilaria Salis, definita dal padre Roberto Salis una “martire”: “Sono scioccato dalle reazioni italiane. Questa signora è stata presentata in Italia come una specie di vittima, una martire. In Ungheria le persone sono state quasi uccise”.
Poi lo stesso Peter Szijjartó ha aggiunto sempre a proposito dell’insegnante italiana detenuta in Ungheria: “La gente è stata quasi picchiata a morte nelle strade, e poi questa signora viene dipinta come una martire o la vittima di un processo ingiusto. Nessun gruppo di estrema sinistra dovrebbe vedere l’Ungheria come una sorta di ring di boxe dove venire a pianificare di picchiare qualcuno a morte”.