Ilaria Capua teme una pandemia di aviaria con più morti del Covid: allarme su immigrati illegali e bovini
Per Ilaria Capua si rischia una nuova pandemia dovuta all'aviaria che promette di essere più mortale del Covid: un ruolo potrebbero averlo gli immigrati
Ilaria Capua lancia l’allarme: la virologa infatti teme una pandemia di aviaria che possa portare ancora più morti del Covid. La previsione riguarda gli uccelli e i bovini, visto che dai primi l’infezione è passata ai secondi, e finisce per centrarsi sugli uomini, a partire dagli immigrati illegali che spesso si trovano a lavorare negli allevamenti e potrebbero essere i vettori per una diffusione veloce di una nuova pericolosa pandemia.
- Aviaria, la nuova pandemia dopo il Covid?
- La previsione di Ilaria Capua e il ruolo degli immigrati illegali
- La situazione attuale e gli scenari futuri
Aviaria, la nuova pandemia dopo il Covid?
Secondo Ilaria Capua “siamo seduti su una bomba ad orologeria”. Non si tratta della prima volta in cui la virologa profetizza l’arrivo di una nuova pandemia e sprona l’opinione pubblica a prepararsi e fare tutto il possibile per evitare effetti che potrebbero essere nefasti per l’umanità.
L’influenza aviaria è stata identificata per la prima volta in Italia più di un secolo fa ed è una malattia degli uccelli causata da un virus dell’influenza di tipo A e soprattutto è pericolosa quando insorgono i sottotipi H5 e H7. Per H5N1, come ricorda la virologa, nel 2006, si instaurò una sorta di isterismo collettivo per alcuni cigni morti che però ben presto scemò. Dal 2003 il virus sta effettuando dei salti di specie e, dagli uccelli, è passato a contagiare anche bovini, suini, gatti e topi.
La previsione di Ilaria Capua e il ruolo degli immigrati illegali
Sulle pagine del Corriere della Sera, Capua chiarisce come l’infezione di migliaia di bovini rappresenti “un serbatoio enorme di virus che può infettare gli operatori agricoli che, spesso, sono immigrati illegali”.
Questi potrebbero quindi essere contagiati, non andare dal medico vista la loro situazione di illegalità e far incontrare il virus umano con quello dell’H5N1: da questo incontro e scontro, secondo la virologa potrebbe nascere una nuova pandemia influenzale anche più aggressiva e mortale del Covid 19.
Ritornando al 2006 e alla già citata moria dei cigni, per Ilaria Capua il non verificarsi di alcuna pandemia all’epoca non fu la conferma che ci si trovasse davanti a una bufala quanto una vittoria della sanità pubblica che aveva sconfitto, temporaneamente, l’emergenza.
La situazione attuale e gli scenari futuri
Questa volta però il pericolo potrebbe essere più difficile da debellare. “Il virus acrobata H5N1, nella primavera del 2024, ha lasciato di stucco tutti i virologi del mondo facendo un salto di specie dagli uccelli ai bovini, animali considerati resistenti all’infezione”, rivela, parlando di quanto successo nel Texas e poi in altri 15 Stati americani.
Ad oggi esistono oltre 500 focolai nei bovini da latte. Il motivo? “Questi allevamenti non hanno subito le restrizioni sanitarie adeguate e, così, non solo l’infezione si è estesa ad altri allevamenti ma si è allargata ad altre specie, come i gatti, i topi e i suini, specie sensibili e molto pericolose”, ha spiegato. Trattandosi di animali che di frequente vengono a contatto con gli uomini, si sono infettate anche alcune persone.
Secondo Ilaria Capua, i preavvisi sono stati del tutto ignorati. Spesso i focolai di animali così pericolosi non sono stati subito estinti con il sequestro e l’abbattimento degli stessi. E inoltre solo poche sequenze dei virus dei bovini sono state rese disponibili alla comunità scientifica. “Non si è fatto nulla in ossequio alle linee guida per arginare e prevenire emergenze pandemiche. E tutto questo non sta avvenendo in una sperduta provincia del sud-est asiatico ma negli Stati Uniti d’America che si preparano all’amministrazione Donald Trump, che abbiamo già visto essere poco sensibile ai temi di sanità pubblica”, avverte.