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Il vitalizio dei parlamentari è salvo: perché scatta la pensione anche se le Camere sono state sciolte

Il vitalizio dei parlamentari sarà garantito malgrado la caduta del governo e lo scioglimento delle Camere: decisiva la data delle elezioni

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I parlamentari italiani mettono in salvo il proprio vitalizio per una manciata di giorni. Nonostante le Camere siano state sciolte dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella dopo le dimissioni del premier Mario Draghi, i deputati e i senatori non perderanno la pensione pro quota della 18esima legislatura, giunta ormai al capolinea. A garantire il diritto è il raggiungimento di una data chiave.

Vitalizi salvati dalla Costituzione

Il vitalizio è una prestazione economica erogata nei confronti di tutti colori che hanno svolto incarichi presso assemblee di natura elettiva per un determinato periodo di tempo. E le risorse conseguibili sono disciplinate in totale autonomia da ciascuna assemblea elettiva.

Agli attuali onorevoli, dal punto di vista della forma pensionistica maturata dal 2018, la chiusura anticipata dell’esperienza di governo non cambierà nulla.

scioglimento camereFonte foto: ANSA
Il premier dimissionario, Mario Draghi, al Quirinale per controfirmare lo scioglimento delle Camere

Questo perché, come previsto dal secondo comma dell’articolo 61 della Costituzione italiana, “finché non siano riunite le nuove Camere sono prorogati i poteri delle precedenti”.

Dato che le elezioni sono state programmate nell’ultima settimana di settembre, sarà superata la data limite che garantisce le pensioni. Il traguardo riguarda 427 deputati e 234 senatori al primo mandato, ossia oltre due terzi dell’attuale Parlamento.

La data decisiva per la pensione

Malgrado lo scioglimento del 21 luglio, fino alle nuove elezioni la Camera dei Deputati e il Senato continueranno quindi a operare, esaminando per esempio i decreti di maggiore urgenza. Conseguentemente i parlamentari resteranno formalmente in carica fino a quando non si insedieranno i nuovi eletti.

Secondo la normativa vigente gli onorevoli maturano il diritto al vitalizio per tutti e 5 gli anni della legislatura se questa arriva alla durata minima di 4 anni, 6 mesi e 1 giorno.

Con le elezioni fissate ufficialmente al 25 settembre ( la prima domenica utile in cui possono essere organizzate) le nuove Camere si potranno insediare a partire dal prossimo 15 ottobre: 20 giorni dopo la chiamata alle urne e 21 dopo la data necessaria per far scattare il vitalizio relativo a questa legislatura, vale a dire il 24 settembre.

Come funziona il vitalizio parlamentare

I deputati e i senatori maturano la pensione parlamentare diretta di vecchiaia al 65esimo anno di età dopo i cinque anni effettivi di mandato. Poi c’è in più lo ‘sconto’ di un anno per ogni anno di mandato parlamentare ulteriormente svolto.

Di conseguenza con due mandati l’assegno si consegue a 60 anni. Sino alla 13esima legislatura per ottenere il vitalizio bastavano 60 anni e un mandato ma, se c’erano più di 15 anni di attività, il diritto veniva garantito a prescindere dall’età anagrafica.

Il mancato conseguimento della forma pensionistica scatta soltanto quando il mandato risulta inferiore a 4 anni, 6 mesi e 1 giorno.

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