Emanuela Orlandi, anche Papa Francesco vuole la verità: il Vaticano riapre le indagini dopo 40 anni
Il Vaticano riaprirà le indagini sulla scomparsa di Emanuela Orlandi, una grande speranza per arrivare alla verità 40 anni dopo la sua scomparsa
Non nasconde un certo entusiasmo Pietro Orlandi, il fratello di Emanuela Orlandi che da 40 anni chiede che sulla scomparsa della sorella venga fatta luce. Il Vaticano, infatti, riaprirà le indagini su decisione del promotore della giustizia vaticana Alessandro Diddi e secondo il piano di lavoro si tratterà di una ricostruzione a 360 gradi. La famiglia, infatti, era in attesa di una convocazione da parte del Promotore di Giustizia Vaticano ormai da mesi, come confermato dalla legale, Laura Sgrò, lo scorso luglio: “Io avevo scritto a Papa Francesco il quale, rispondendomi, mi aveva indicato di avere un confronto con il Pg. Lo abbiamo subito chiesto”.
- Emanuela Orlandi, il Vaticano riaprirà le indagini
- Il commento di Pietro Orlandi: "Possibile collaborazione tra lo Stato Italiano e il Vaticano"
- La scomparsa di Emanuela Orlandi
Emanuela Orlandi, il Vaticano riaprirà le indagini
La notizia è arrivata nell’ultima ora dall”Adnkronos’. Secondo la nota agenzia, Alessandro Diddi e la Gendarmeria andranno a scandagliare 40 anni di fascicoli, documenti, segnalazioni e testimonianze, senza tralasciare alcun dettaglio.
Sempre secondo quanto apprende l”Adnkronos’, la decisione arriva a seguito della richiesta di verità presentata a più riprese da Papa Francesco, ma ricordiamo che da quel 22 giugno 1983 Pietro Orlandi e tutta la famiglia non hanno mai smesso di fare appelli affinché si risolva per sempre il caso della giovanissima cittadina vaticana scomparsa in un pomeriggio d’estate.
Emanuela Orlandi è scomparsa il 22 giugno 1983
Il fine degli inquirenti non consiste soltanto nel ripartire da zero con le indagini, bensì battere anche quelle piste inizialmente passate in sordina, e non si esclude che questa riapertura del caso possa far luce anche sulla scomparsa di Mirella Gregori il 7 maggio 1983, più o meno un mese prima della sparizione di Emanuela Orlandi.
Il commento di Pietro Orlandi: “Possibile collaborazione tra lo Stato Italiano e il Vaticano”
Pietro Orlandi ha commentato la notizia all”Adnkronos’ con queste parole: “Magari potrebbe nascere una collaborazione tra Stato italiano e Vaticano, mancata per 40 anni. È chiaramente una notizia positiva e mi auguro di essere sentito dagli inquirenti”.
Del resto lo stesso Pietro Orlandi attende che il Parlamento apra una commissione d’inchiesta, una richiesta presentata alla Camera il 20 dicembre 2022. Ancora, lo stesso Pietro ha organizzato un sit-in programmato e autorizzato per il 14 gennaio presso largo Giovanni XXIII a Roma per chiedere verità sulla scomparsa della sorella.
Del resto, Pietro Orlandi non ha avuto alcun timore nel puntare il dito proprio contro la Santa Sede per il muro di silenzio innalzato sulla scomparsa di Emanuela, un aspetto che emerge soprattutto nella serie TV ‘Vatican Girl’ presente su Netflix.
Proprio a ‘Vatican Girl’, dunque, si deve una rinnovata attenzione sull’affaire Orlandi e una rinforzata sensibilizzazione per l’opinione pubblica.
L’avvocata della famiglia Orlandi, Laura Sgrò, ha commentato all”Ansa’ la notizia della riapertura delle indagini da parte del Vaticano: “Noi ne siamo all’oscuro, lo apprendiamo dagli organi di stampa ma certo è da un anno che attendevamo di essere ascoltati”.
Ancora, l’avvocata Sgrò ha riferito al ‘Corriere della sera’: “Siamo contenti dei nuovi accertamenti dell’autorità vaticana. Abbiamo presentato due denunce, la prima nel 2018 e la seconda nel 2019. Non so su quale base abbiano aperto, lo abbiamo appreso dagli organi di stampa. Siamo curiosi di saperne di più anche noi. Reputo che la famiglia Orlandi sarebbe dovuta essere avvisata un po’ prima“.
La scomparsa di Emanuela Orlandi
Il 22 giugno 1983 alle 16, la 15enne Emanuela Orlandi si allontanò da casa per andare a seguire le lezioni di flauto e canto corale in piazza Sant’Apollinare.
Intorno alle 19 telefonò a casa e dall’altro capo del telefono trovò sua sorella Federica. A quest’ultima la 15enne riferì che un uomo l’aveva avvicinata per proporle un lavoro di volantinaggio per l’azienda Avon dietro un compenso di 375 mila lire.
Intorno alle 19:30, tuttavia, Emanuela scomparve nel nulla. Da quel giorno più piste si sono incrociate, molte delle quali vedono coinvolto il Vaticano stesso in quanto la 15enne era cittadina vaticana; la storia di Emanuela Orlandi è stata più spesso collegata a quella di Ali Agca, il terrorista turco che nel 1981 sparò contro Giovanni Paolo II, senza dimenticare la pista della Banda della Magliana con un diretto coinvolgimento del boss Enrico “Renatino” De Pedis.
Recentemente un audio registrato nel 2009 da un giornalista investigativo durante un dialogo con un ex sodale di De Pedis, ha suggerito una pista che riconduce sempre alla Santa Sede ma con il nome di un alto prelato. Se le notizie riferite fossero vere, ciò rappresenterebbe uno scandalo per il Vaticano.
Di fatto, il mistero sulla scomparsa della 15enne è ancora un mistero contro il quale Pietro Orlandi non ha mai smesso di lottare, specialmente per abbattere un tacito muro di omertà.