Il vaiolo delle scimmie preoccupa gli scienziati, si teme una nuova pandemia di Mpox: "Va bloccato subito"
Il vaiolo delle scimmie che ha portato all'Mpox preoccupa gli scienziati: mentre devasta l'Africa, promette di diffondersi anche altrove. Quali rimedi?
Il vaiolo delle scimmie, il cui virus ha causato l’Mpox, fa preoccupare gli scienziati. Secondo l’Oms infatti serve intervenire al più presto contro la sua diffusione, in tempo per far sì che non diventi letale come o peggio del Covid.
- Vaiolo delle scimmie, il rischio della diffusione
- Mpox dall'Africa al mondo: cosa ne pensano gli scienziati
- "Il virus più pericoloso"
- Le varianti
Vaiolo delle scimmie, il rischio della diffusione
Mpox ha dimostrato che può mutare e infettare sempre più persone. Per gli esperti è già una minaccia globale nonostante per ora sia solo una crisi sanitaria regionale in Africa.
Se non si interviene subito nel continente africano, dove sta proliferando, però c’è il concreto rischio che si diffonda anche in tutti gli altri.
Servono molte più dosi in Africa per contenere il vaiolo delle scimmie
Mpox dall’Africa al mondo: cosa ne pensano gli scienziati
Il grido d’allarme arriva dall’organizzazione mondiale della Sanità nel nuovo rapporto del Consiglio di monitoraggio della preparazione globale. Per un mondo che si è mostrato sempre più “vulnerabile alle pandemie”, scrivono, servono azioni concrete.
ll modo individuato per frenare il vaiolo delle scimmie è quello di fermare la sua diffusione già ora che risulta ancora pressoché confinato nel continente africano. L’epidemiologo Pier Luigi Lopalco ha detto: “Combattere Mpox in Africa oggi serve a evitare il diffondersi di un nuovo virus a livello mondiale”.
Serve smuovere i potenti: finora, secondo l’Africa Centers for Disease Control, sono state promesse solo 280.000 dosi di vaccino Mpox per fronteggiare l’epidemia, a fronte delle 10 milioni di dosi che sarebbero necessarie.
“Il virus più pericoloso”
Secondo l’Oms nuove pandemie sarebbero sempre più probabili a causa di “una serie di rischi”. Di questo l’organizzazione ha parlato al Summit mondiale della Salute di Berlino, come riporta Repubblica. Esisterebbero infatti 15 fattori che ci avvicineranno sempre più a pandemie, motivo per cui i governi devono adottare misure urgenti e tempestive per fermarle, a partire dal vaiolo delle scimmie.
Il Burnet Institute ha pubblicato un articolo su PLOS Global Public Health nel quale si invitano i leader ad agire ora per fermare l’Mpox. “La negligenza ha portato a un virus più pericoloso che ora si sta diffondendo oltre i confini, danneggiando e uccidendo persone”, scrive il direttore e amministratore delegato, il professor Brendan Crabb.
“È un fallimento sia morale che di salute pubblica non fare tutto il possibile per contenere la diffusione dell’Mpox. Se abbiamo imparato qualcosa dalla lezione del Covid, è che risposte eque e guidate dalla comunità sono fondamentali per fermare le epidemie e prevenirle. L’accesso ai vaccini è stato inadeguato nei Paesi endemici, dobbiamo cambiare questa situazione”, ha aggiunto.
Le varianti
Il pericolo rappresentato dal vaiolo delle scimmie non è di certo nuovo. L’Mpox Clade 2b si era diffuso già due anni fa nei Paesi ricchi, dopo essere stato ignorato per anni in quelli africani. Allora l’Oms aveva dichiarato una prima emergenza di sanità pubblica di interesse internazionale. Due anni dopo ne è stata dichiarata una seconda, nell’agosto 2024. Nonostante vaccini e test rapidi però, secondo gli scienziati, si è fatto ancora troppo poco.
“I vaccini continuano a rimanere fuori dalla portata dei cittadini perché sono immagazzinati dai Paesi ricchi, la sorveglianza e la diagnosi sono limitate e i trattamenti non sono disponibili”, ammoniscono gli scienziati.
Intanto l’epidemia di Mpox continua a devastare l’Africa: è stata causata da più ceppi di Mpox , che si sono diffusi in diverse comunità e hanno colpito famiglie e bambini. La variante più diffusa è quella del Clade 1. Si è sviluppata soprattutto nella Repubblica Democratica del Congo, ma sono stati evidenziati casi anche in altri 18 Paesi in Africa, come in Svezia e Thailandia. Si sta però sviluppando anche il ceppo Clade 2 che è arrivato anche in Australia.