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Il trapper Jordan Jeffrey Baby trovato morto in carcere a Pavia: aveva denunciato violenze e maltrattamenti

Il trapper Jordan Jeffrey Baby è stato trovato morto nella sua cella nel carcere di Pavia, si sarebbe tolto la vita

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Jordan Jeffrey Baby (nome d’arte di Jordan Tinti) è stato trovato morto in una cella del carcere di Pavia, dove stava scontando una pena a 4 anni e 4 mesi. Il trapper brianzolo, 26 anni, si sarebbe tolto la vita: il suo cadavere sarebbe stato rinvenuto con una corda attorno al collo.

Morto in carcere il trapper Jordan Jeffrey Baby

Secondo quanto riporta Ansa, il trapper Jordan Jeffrey Baby è stato trovato morto nella notte tra lunedì 11 e martedì 12 marzo all’interno della sua cella nel carcere di Torre del Gallo a Pavia.

Secondo quanto riferito dal suo legale, l’avvocato Federico Edoardo Pisani, la scoperta del corpo risale all’una e mezza del mattino.

Chi era Jordan Jeffrey Baby

Classe 1997, originario di Bernareggio in provincia di Monza e Brianza, Jordan Tinti era un trapper noto con il nome d’arte di Jordan Jeffrey Baby.

Con la sua musica tentava di sfondare nella scena trap: i suoi brani più noti sono Bipolare e White Sox, entrambi con circa 2 milioni di ascolti su Spotify.

Era diventato noto alle cronache per i suoi guai con la giustizia: nel 2019 era denunciato per aver assalito una macchina dei carabinieri a Napoli. Una azione filmata e postata sui social per promuovere il lancio di un suo singolo.

Il caso aveva fatto scalpore, ne avevano parlato anche Meloni e Salvini e il trapper era stato invitato come ospite a Non è l’Arena di Massimo Giletti.

La condanna per rapina e odio razziale

Ad aprile 2023 Jordan Jeffrey Baby era stato condannato a 4 anni e 4 mesi di reclusione per rapina con l’aggravante dell’odio razziale, in concorso con un altro trapper, Traffik.

Nell’agosto 2022 il giovane aveva rapinato un operaio nigeriano alla stazione di Carnate (Monza). L’episodio, caratterizzato da insulti razzisti, era stato filmato e il video pubblicato su YouTube.

I tentativi di suicidio e l’affidamento terapeutico

Jordan Tinti aveva tentato di togliersi la vita in carcere già due volte lo scorso anno, sempre con le stesse modalità, ma i tentativi di suicidio erano stati sventati dall’intervento delle guardie carcerarie.

Come spiegato dal suo avvocato, il giovane aveva denunciato più volte di essere stato vittima di maltrattamenti e violenze in carcere e c’erano due procedimenti in corso al Tribunale a Pavia.

Come riporta il Corriere della Sera, a fine novembre il 26enne aveva ottenuto la misura alternativa dell’affidamento terapeutico ed era stato trasferito in una comunità.

La misura era stata sospesa una decina di giorni fa perché era stato trovato in possesso di un cellulare e di un pacchetto di sigarette, in violazione del regolamento interno della comunità.

Era quindi tornato in carcere a Pavia, nello stesso istituto in cui aveva denunciato di essere stato vittima di violenza e aveva tentato il suicidio.

jordan-jeffrey-baby-morto-carcere Fonte foto: ANSA/Instagram
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