Il titolare di Satnam Singh: “Ha fatto una leggerezza”. La risposta della moglie del bracciante morto
Il titolare dell’azienda per cui lavorava Satnam Singh incolpa il bracciante morto dopo esser stato abbandonato già ferito
La procura di Latina indaga sulla morte di Satnam Singh, il lavoratore indiano 31 deceduto mercoledì 19 giugno a seguito di gravi ferite riportate in un incidente sul luogo di lavoro. Non soccorso, l’uomo sarebbe stato abbandonato, ancora ferito, in strada. Indagato è il datore di lavoro Antonello Lovato, difeso al Tg1 dal padre Renzo, titolare dell’azienda agricola.
- “È costato caro a tutti”: parla il titolare dell’azienda
- La testimonianza della moglie di Satnam Singh
“È costato caro a tutti”: parla il titolare dell’azienda
Antonello Lovato, il datore di lavoro Satnam Singh, è indagato con l’accusa di omicidio colposo, omissione di soccorso e violazione delle norme di sicurezza.
Renzo Lovato, padre di Antonello e titolare dell’azienda agricola dell’agro pontino, nei pressi di Latina, in Lazio, ha difeso il figlio.
Antonello Lovato, il datore di lavoro di Satnam Singh
Intervistato dal Tg1, Lovato ha dichiarato: “C’è dispiacere perché è morto un ragazzo sul lavoro e non dovrebbe mai succedere. È costato caro a tutti”.
L’uomo ha proseguito affermando di aver “avvisato il lavoratore di non avvicinarsi al mezzo, ma lui ha fatto di testa sua. Una leggerezza purtroppo”.
La testimonianza della moglie di Satnam Singh
Su Repubblica è stata Sony, la moglie 26enne di Singh, arrivata in Italia dall’India tre anni fa assieme al marito, a raccontare la propria versione dei fatti:
Ho visto l’incidente, ho implorato il padrone di portarlo in ospedale ma lui doveva salvare la sua azienda agricola. Ha messo davanti a tutto la sua azienda agricola.
La donna ha raccontato che Lovato avrebbe preso i loro telefoni “per evitare che si venisse a sapere delle condizioni in cui lavoriamo. Poi ci ha messo sul furgone togliendoci la possibilità di chiamare i soccorsi”.
Una testimonianza è arrivata anche da uno dei colleghi di Singh che, nonostante non sia in possesso di un regolare permesso di soggiorno, ha scelto di presentarsi di fronte ai carabinieri.
“Ho deciso comunque di assumermi il rischio di essere cacciato dall’Italia con un foglio di via. Lo devo a Satnam e a sua moglie” sono state le sue parole.
La Flai Cgil di Latina e Frosinone ha richiesto i permessi di soggiorno per motivi di giustizia, così da permettere di raccogliere le testimonianze dei braccianti presenti durante l’incidente che ha portato alla morte del 31enne.