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POLITICA ESTERA

Il piano sventato dall'FBI per uccidere Trump, il complotto iraniano prima delle elezioni negli Usa

Tre persone sono state incriminate con l'accusa di essere coinvolte in un complotto iraniano per uccidere Donald Trump, piano sventato dall'Fbi

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Claudio Carollo

GIORNALISTA

Classe ’88, è giornalista professionista dal 2017. Scrive di cronaca e attualità economico-politica, interessandosi nel tempo di tematiche sociali e sport. Ha collaborato con diverse testate nazionali, con esperienze anche in radio.

L’Iran avrebbe cercato di assassinare Donald Trump qualche giorno prima dalle elezioni presidenziali in Usa. Lo rende noto il dipartimento di Giustizia americano, rivelando le carte di un procedimento penale a carico di tre persone coinvolte nel piano di un non meglio precisato dirigente della Guardia Rivoluzionaria iraniana, che avrebbe avuto come fine uccidere il neo presidente degli Stati Uniti.

Il complotto

Il complotto è stato sventato dall’Fbi e vede al centro delle accuse dei federali un cittadino afghano, Farhad Shakeri, espulso dagli Stati Uniti dopo aver scontato una condanna di 14 anni per rapina.

Secondo quanto ricostruito nella denuncia depositata in un tribunale di New York, l’uomo, attualmente in libertà in Iran, sarebbe stato incaricato da un ufficiale dei Guardiani della Rivoluzione a settembre, per architettare un piano con l’obiettivo di sorvegliare e uccidere Donald Trump.

Donald Trump sul palco dopo la vittoria delle presidenziali Usa

Il piano per uccidere Trump

Secondo l’accusa i pasdaran avrebbero ordinato l’omicidio di Trump per vendicare la morte di Qassem Soleimani, il capo della Quds Force, ucciso in un raid americano a Baghdad nel gennaio del 2020.

Interrogato dall’Fbi, Shakeri avrebbe dichiarato di aver ricevuto istruzioni dall’ufficiale iraniano di portare a termine l’attentato entro sette giorni dalla data del 7 ottobre.

Se non fosse riuscito ad uccidere il candidato repubblicano prima di quel termine, avrebbe dovuto rimandare la missione fino a dopo le elezioni, in quanto il funzionario iraniano avrebbe ipotizzato che in caso di sconfitta di Trump, ritenuta da lui probabile, sarebbe stato più facile assassinarlo.

Gli arresti dell’Fbi

In seguito all’inchiesta, sono stati arrestati a New York due cittadini americani, Carlisle Rivera e Jonathon Loadholt, accusati di aver aiutato il governo di Teheran a controllare un giornalista americano di origine iraniana, con l’obiettivo di ucciderlo.

“Ci sono pochi attori al mondo che rappresentano una minaccia così grave per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti come l’Iran”, ha affermato il Procuratore generale Merrick Garland.

“Il Dipartimento di Giustizia ha incriminato un agente del regime iraniano che era stato incaricato dal regime di dirigere una rete di criminali associati per promuovere i piani di assassinio dell’Iran contro i suoi obiettivi, tra cui il presidente eletto Donald Trump” ha aggiunto.

“Abbiamo anche accusato e arrestato due individui che, a nostro avviso, sono stati reclutati come parte di quella rete per mettere a tacere e uccidere, sul suolo statunitense, un giornalista americano che è stato un importante critico del regime”, ha dichiarato infine Garland.

Fonte foto: ANSA

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