Il gruppo Wagner annuncia l'inizio della guerra civile russa: il messaggio Telegram che può segnare la svolta
Da un canale Telegram legato al gruppo Wagner viene annunciato l'inizio della guerra civile: i mercenari di Prigozhin viaggiano verso Mosca
Sono ore convulse sul fronte russo, agitato dal presunto tradimento del gruppo di mercenari Wagner guidato da Prigozhin e sempre più vicino a Mosca. La milizia privata ha negato l’idea di un golpe di Stato, ma allo stesso tempo avrebbe annunciato l’inizio della guerra civile.
- Il messaggio sul canale Telegram del gruppo Wagner
- Mosca nega la fuga del presidente Vladimir Putin
- Chi sono i mercenari Wagner coinvolti nella guerra
Il messaggio sul canale Telegram del gruppo Wagner
Stando a quanto riportato nelle ultime ore da Ansa e altre agenzie internazionali, su uno dei canali Telegram collegati al gruppo Wagner, è stato diffuso un video che mostra un elicottero russo abbattuto a Voronezh, cittadina russa a circa 500km da Mosca.
Nel messaggio diffuso, la milizia avrebbe iniziato a suonare la carica confermando l’intenzione di andare fino in fondo a questa sorprendente ribellione iniziata nelle scorse ore da Prigozhin: “Uno dei convogli del Gruppo Wagner è stato attaccato nella regione di Voronezh. Anche l’aviazione sta lavorando. La guerra civile è ufficialmente iniziata” hanno scritto.
Immagini del gruppo Wagner dalla città di Rostov
In mattinata, il gruppo ha annunciato di aver assunto il controllo di alcuni siti militari a Rostov, città molto vicina al confine ucraino. Da lì sarebbe partito un convoglio in direzione Mosca: Prigozhin ha dato il via ad una “marcia per la giustizia” e chiede la testa del ministro della difesa Shoigu.
Mosca nega la fuga del presidente Vladimir Putin
Le notizie si rincorrono frenetiche, mentre il mondo assiste con sorpresa e attesa alla svolta interna alla Russia, potenzialmente determinante per l’esito del conflitto in Ucraina. Da Kiev esultano moderatamente, aspettandosi una di tre possibili svolte: Putin potrebbe reprimere e distruggere la Wagner o viceversa, oppure le due parti potrebbero riavvicinarsi. Di certo, sostengono, quanto accaduto rafforza la posizione Ucraina e a dimostrarlo c’è il fatto che nelle ultime ore sono state riconquistate zone del Donbass prese dalla russia nel 2014.
Diverso il clima al Cremlino, invece: dopo il durissimo discorso di Vladimir Putin di questa mattina, è circolata la voce che il presidente si sarebbe già allontanato da Mosca – perché il suo aereo sarebbe atterrato a San Pietroburgo. Notizia smentita da fonti vicine al leader russo.
Le autorità russe intanto hanno iniziato a prendere provvedimenti contro la Wagner: la Procura ha aperto un’inchiesta, ma sono anche stati bloccati i canali social legati alla milizia privata, secondo quanto riporta l’agenzia Tass. Un convoglio di loro veicoli armati, intanto, sarebbe in marcia sull’autostrada M4 che collega Voronezh a Mosca.
Il presidente della commissione della Duma di Stato per l’edilizia statale e la legislazione Pavel Krasheninnikov, inoltre, ha provato a lanciare un ultimatum: “Possono ancora deporre le armi ed evitare la punizione, visti i loro meriti precedenti in ucraina”.
Chi sono i mercenari Wagner coinvolti nella guerra
Il nome dei Wagner è stato spesso protagonista in questi quasi 500 giorni di Guerra, ma in generale sono considerati una forza aggiunta all’esercito russo attiva ormai già da anni in vari territori del mondo. La milizia privata creata nel 2014 conterebbe oggi tra i 20 e i 50.000 uomini, soprattutto ex militari russi, serbi e di altri Paesi.
A guidarli c’è il “Cuoco di Putin”, l’uomo dalle due esistenze Yevgeny Prigozhin: dopo aver iniziato come imprenditore ed essere finito in carcere per sfruttamento della prostituzione, ha poi incontrato Putin in un suo locale ispirato ai battelli della Senna. È l’inizio di un sodalizio che ha portato alla creazione del gruppo di mercenari e al finanziamento dei separatisti filorussi nel Donbass.
Considerata una delle milizie più preparate e letali al mondo, hanno portato avanti operazioni non solo in Crimea, ma anche nel continente africano: ci sarebbero loro dietro all’esodo di migranti della Libia ed è tramite loro che la Russia negli scorsi anni avrebbe provato a garantirsi il controllo del flusso migratorio. Circa 5mila mercenari hanno poi combattuto anche in Siria al fianco del presidente Bashar al Assad.