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Il governo include la cannabis light tra le sostanze stupefacenti: a breve Cbd solo in farmacia e con ricetta

Le proteste da Federcanapa, che ribadisce come il Cbd "non ha effetto stupefacente" e che il decreto danneggerà i produttori nazionali

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Il governo ha inserito il cannabidiolo (Cbd) all’interno della lista delle sostanze stupefacenti. Il decreto del 21 agosto fa sì che la cannabis light possa essere venduta solo in farmacia con ricetta, vietandone quindi l’uso non farmacologico.

Il decreto sul Cbd

Il decreto pubblicato lunedì 21 agosto in Gazzetta prevede l’inserimento del Cb all’interno delle tabelle delle sostanze stupefacenti.

Già un provvedimento del 2020, dall’allora ministro della Salute, Roberto Speranza, tentava di inserire questo estratto della cannabis nella lista delle sostanze stupefacenti, ma era stato sospeso dopo le proteste.

Il nuovo decreto del ministro Schillaci riprende, quindi, il precedente e torna a dichiarare illecito l’uso non farmacologico degli estratti di cannabis, senza che venga indicato un dosaggio minimo al di sotto del quale sia legale la vendita.

Dal 22 settembre, quando entrerà in vigore, senza ricetta sarà del tutto vietato vendere oli e altri prodotti “a uso orale”, impedendone quindi il commercio nelle erboristerie e canapa shop, dove finora era possibile acquistarli.

Vengono vietate, quindi, anche tutte quelle destinazioni che vengono ammesse nella normativa italiana ed europea, come la preparazione di alimenti.

Le proteste di Federcanapa

Il decreto dà una stangata all’economia del settore, impedendo la vendita di prodotti a base di Cbd alle aziende di canapa.

“Il ministero della Salute ha riesumato un assurdo provvedimento sulla canapa emesso 3 anni fa dall’allora ministro Speranza. Tanto assurdo che decise di sospenderlo a meno di un mese dalla sua emanazione”, ha commentato Federcanapa.

L’obiettivo adesso è valutare “nei prossimi giorni le azioni più efficaci da intraprendere con gli operatori economici del settore per ottenere dal governo garanzie sull’uso non solo farmacologico degli estratti di Cbd ma per tutti gli usi consentiti dalla legge“.

Da Federcanapa ribadiscono che “il Cbd non ha effetto stupefacente, come aveva concluso già pochi mesi prima del decreto una Commissione di esperti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e come aveva ribadito una sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea del novembre 2020″.

Il decreto va poi controcorrente, se si guarda alle decisioni prese “dalle analoghe autorità tedesche, inglesi e francesi”.

Per Federcanapa, “non potrà impedire la libera circolazione in Italia di alimenti e cosmetici al Cbd prodotti legalmente in altri Paesi europei ed è destinata a danneggiare unicamente i produttori nazionali”.

Le parole dei Radicali

In una nota, i Radicali Italiani criticano il provvedimento del governo per il “grande impatto su tutte le aziende che si occupano di produzione, trasformazione e commercializzazione di estratti di canapa a base di cbd di origine naturale”,

Il fatto che la vendita richiederà “un rigoroso sistema di registrazione” rappresenta “una procedura assolutamente inadatta per una sostanza senza rischi, ma anzi con benefici comprovati per la salute di migliaia di persone”.

“Il governo e i Ministeri non possono prendere decisioni così importanti senza chi lavora in questo settore“, hanno concluso

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cannabis-light Fonte foto: ANSA
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