Il generale Roberto Vannacci pensa a un partito suo: frecciate a Meloni e Mengoni, poi la frase su Mussolini
In una intervista il generale Roberto Vannacci afferma di non aver ancora deciso sulla candidatura con la Lega alle Europee e afferma di pensare a un partito suo
Il generale Roberto Vannacci non ha ancora deciso se candidarsi con la Lega alle prossime Europee, anzi starebbe pensando ad un partito suo. Lo spiega il militare in una intervista in cui parla anche di razzismo e omosessualità e lancia frecciate a Giorgia Meloni e Marco Mengoni.
- Il generale Roberto Vannacci pensa a un partito suo
- Gay, Netflix e Mengoni
- L' accusa di razzismo "totalmente infondata"
- La frecciata a Meloni
- Putin e Trump
- La frase su Mussolini
Il generale Roberto Vannacci pensa a un partito suo
Roberto Vannacci ha rilasciato una lunga intervista ad Aldo Cazzullo sul Corriere della Sera in cui ha affrontato numerosi temi, dalla politica alle accuse di razzismo, passando per gay e fascismo.
Parlando dell’ipotesi di una sua candidatura con la Lega di Salvini alle imminenti elezioni europee, il generale afferma di non aver ancora deciso, spiegando di aver ricevuto anche altre offerte, di cui però non parla.
Mentre parla della possibilità di una sua candidatura indipendente, di fondare un partito suo. Ma non per le Europee: “Per fare un partito servono almeno due anni, bisogna studiare”.
“Ma se dovessi mai fare questo passo, vorrei uomini nuovi. Scelti da me”, aggiunge Vannacci.
Gay, Netflix e Mengoni
Vannacci dice poi di non essere d’accordo sul fatto che gay e lesbiche si nasca: “Il genoma dell’omosessualità non l’hanno mai trovato; e i condizionamenti sociali sono importanti”.
“Trovo inopportuna la massiccia esposizione di modelli omosessuali verso i bambini”, aggiunge”, “perché su Netflix non approvano una serie se non ci sono scene omosessuali?”.
Poi la frecciata su Mengoni a Sanremo: “Quando si vede un uomo con la gonna, e non siamo in Scozia e non è Carnevale, ci si fa una risatina sotto i baffi”.
L’ accusa di razzismo “totalmente infondata”
Rispondendo alle domande di Cazzullo Vannacci respinge l’accusa di istigazione all’odio razziale, che definisce “totalmente infondata”.
“Il mio libro è un’ode alle diversità. Ma l’elogio della diversità – afferma il generale – è ben diverso dalla discriminazione. La diversità consiste nel riconoscere caratteristiche diverse in ognuno di noi: cultura, origini, etnia, religione, credo politico. La discriminazione riguarda i diritti e la dignità; e nei miei libri non vi è traccia di questa esecrabile posizione ideologica”.
“Quando scrivo che Paola Egonu non ha i tratti somatici dell’italianità, non discrimino; esalto una differenza”, aggiunge Vannacci.
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La frecciata a Meloni
Parlando della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, Vannacci di non poter giudicare le istituzioni: “Come persona, la trovo carismatica. E capace: altrimenti non sarebbe passata dal 4% al 28″.
Ma poi aggiunge: “La gente vede che i leader cambiano, però l’Italia non cambia mai, o cambia troppo lentamente. Riforme, infrastrutture, scuola, fisco: tutto fermo“.
Putin e Trump
In tema di politica internazionale, Vannacci afferma di non aver mai criticato la Nato: “Ho combattuto tutta la vita per la Nato“. Ma aggiunge che “il sistema di sicurezza dell’Occidente è fermo al 1945”, mentre “il mondo è cambiato”.
Vannacci definisce Putin “un autocrate che ha avuto il merito di riportare il suo Paese al rango di grande potenza, e ha commesso gli errori che commettono gli autocrati. Motivo per cui non posso stimarlo”.
Poi sulle elezioni americane dice che tra Donald Trump e Joe Biden voterebbe per l’ex presidente repubblicano.
La frase su Mussolini
Vannacci poi conferma che secondo lui Benito Mussolini era uno statista: “Mi hanno fatto una domanda a bruciapelo; qualsiasi cosa avessi risposto, sarebbe stata usata contro di me. Se elogio Mussolini, sono fascista. Se non lo elogio, dissimulo le mie idee”.
E non può dirsi antifascista perché il fascismo “è finito ottant’anni fa. Sarebbe come dire di essere contro l’antica Roma o contro il Rinascimento”.