Il fratello di Liliana Resinovich e i sospetti sulle indagini in una lettera inviata al questore di Trieste
Il fratello di Liliana Resinovich è convinto che gli inquirenti non abbiano volontà di arrivare alla verità sulla morte della sorella
Per Sergio Resinovich, fratello di Liliana, la partita non si è mai chiusa con la teoria del suicidio. Una pista che Sergio non ha mai considerato, convinto che la morte della sorella sia ascrivibile a qualcos’altro. In una lettera inviata al questore di Trieste manifesta tutte le sue perplessità sul caso, sostenendo che la vicenda sia stata liquidata con la teoria del gesto volontario per rispondere a delle pressioni.
- La lettera di Sergio Resinovich al questore di Trieste
- I segni sul corpo di Liliana Resinovich
- La riesumazione del cadavere e l'idea di Sebastiano Visintin
La lettera di Sergio Resinovich al questore di Trieste
Come riporta ‘Corriere della Sera’, la lettera di Sergio Resinovich si apre con un riepilogo sul caso della sorella. Ricordiamo che la Procura concluse le indagini parlando di suicidio e chiese l’archiviazione, respinta dal gip nel luglio 2023.
Per Sergio Resinovich sua sorella non si tolse la vita, e la tesi del suicidio sposata dalla Procura sarebbe il risultato di pressioni.
Dopo la riesumazione del cadavere di Liliana Resinovich si è riacceso il dibattito sulla morte della 63enne triestina: Lilly si è suicidata o è stata uccisa?
Nella lettera, Sergio Resinovich riferisce che alcuni mesi fa sarebbe stato contattato privatamente da un investigatore: “Dopo avermi fatto vedere alcune immagini che riguardavano un reperto per capire se appartenesse o meno a mia sorella, mi confermava fuori verbale, con molta convinzione, che la morte di Lilly era ascrivibile ad un suicidio”.
Ma perché tanta insistenza da parte del fratello di Liliana Resinovich? Sergio sostiene che gli inquirenti non abbiano volontà di approfondire per non fare passi indietro rispetto all’ipotesi argomentata del suicidio.
I segni sul corpo di Liliana Resinovich
Perché Sergio Resinovich è così convinto che non si sia trattato di suicidio? Il fratello della 63enne trovata morta il 5 gennaio 2022 riferisce a ‘Corriere della Sera’ che la Procura, nel mostrargli le fotografie del cadavere di Liliana, gli aveva presentato “sempre quelle relative al lato sinistro“, mentre una visione completa era arrivata con le immagini mostrate dal medico di parte.
Lilly aveva segni sul dorso della mano destra, come se si volesse riparare da qualcosa, segni sulla testa, sull’arcata sopraccigliare, sullo zigomo, sul naso, labbro superiore e inferiore, la lingua morsicata, come quando uno ti dà un pugno o uno schiaffo, sul seno destro, sulla coscia destra e un ematoma nel lato sinistro dell’orecchio.
Per la Procura, spiega Sergio, quei segni sarebbero state le conseguenze di una caduta di Lilly, gettatasi per togliersi la vita.
La riesumazione del cadavere e l’idea di Sebastiano Visintin
Alla riesumazione del corpo di Liliana Resinovich erano presenti anche Claudio Sterpin e Sebastiano Visintin. Dopo le operazioni, Sebastiano Visintin ha comunicato ai giornalisti di aver cambiato idea sulla morte della moglie: dopo essere sempre stato convinto che si sia trattato di un omicidio, Visintin ha sposato la tesi del suicidio.
Ai giornalisti, inoltre, ha detto di avere paura ma senza specificare di cosa. Sterpin, in un’intervista, ha supposto che la paura di Visintin potrebbe essere “la verità che non gli farà piacere”.