Il Covid circola in modo massiccio nei topi. Nuovo studio: rischi, pericoli e i numeri sorprendenti rilevati
Uno studio americano ha dimostrato che il Covid circola in maniera massiccia tra i topi
Il Covid circola abbondantemente non solo in superficie, tra gli esseri umani, ma anche nelle fogne, tra i topi. A renderlo noto è uno studio pubblicato sulla rivista mBio.
- Topi infettati, lo studio sui ratti di New York
- La teoria minoritaria sull'origine di Omicron
- Ricerca mBio: "Continuare a monitorare i topi"
Topi infettati, lo studio sui ratti di New York
Il coronavirus ha infettato in modo consistente anche i topi. A New York, secondo i dati forniti dalla ricerca sopracitata, alla fine del 2021 un ratto su sei era contagiato (il 16,5%). Lo studio ha messo nero su bianco che 1,3 degli 8 milioni di topi della metropoli statunitense potrebbero essere stati positivi nell’autunno di due anni fa, una percentuale superiore a quella degli uomini anche nelle fasi di picco.
La questione era risaputa, vale a dire che già si sapeva che il Covid circola anche tra gli animali. Non erano invece noti i numeri del fenomeno.
La teoria minoritaria sull’origine di Omicron
C’è anche una teoria minoritaria sostenuta da alcuni studiosi, ad esempio da quelli dell’Accademia cinese delle scienze, i quali credono plausibile che la variante Omicron si sia originata proprio a partire dai topi, dai quali sarebbe poi stata trasmessa all’uomo.
La maggior parte dei microbiologi ritiene invece che Omicron abbia accumulato in sé tutte le sue mutazioni in un paziente immunocompromesso, cioè dal sistema immunitario molto debole.
Ricerca mBio: “Continuare a monitorare i topi”
“I nostri risultati – ha spiegato il coordinatore della ricerca di mBio, Henry Wan, direttore del Centro per l’influenza e le infezioni emergenti dell’Università del Missouri – dimostrano che è necessario continuare a monitorare la circolazione di Sars-Cov-2 nella popolazione di topi per le possibili trasmissioni agli esseri umani”.
I Centers for Disease Control degli Stati Uniti (Cdc), che concordano nell’attività di monitoraggio dei topi, sottolineano però che il contagio avviene di solito dagli esseri umani agli animali e che raramente il fenomeno si manifesta in modo inverso.
“Non ci sono evidenze – rendono sempre noto gli esperti americani – che gli animali giochino un ruolo significativo nella diffusione di Sars-Cov2”.
La ricerca di mBio ha infinte evidenziato che tutte le varianti principali Covid (Alpha, Delta e Omicron) possono infettare con facilità i roditori, che il virus subisce mutazioni ed evolve anche all’interno degli ospiti animali.