Il compagno di Sharon Verzeni verrà sentito dai carabinieri per la terza volta: il motivo e le ultime notizie
Sergio Ruocco, il compagno di Sharon Verzeni, verrà sentito dai carabinieri per la terza volta. Il motivo e i nuovi sviluppi delle indagini
Sergio Ruocco, il compagno di Sharon Verzeni, verrà sentito dai carabinieri per la terza volta. Nell’omicidio di via Castegnate, a Terno d’Isola (BG) non ci sono indagati, tanto meno – per il momento – direzioni precise prese dagli investigatori. Piuttosto si cercano a gran voce i possibili testimoni del delitto, il movente e soprattutto l’assassino. Nella notte tra il 29 e il 30 luglio, ricordiamo, Ruocco era rimasto in casa a dormire mentre la compagna era uscita per la consueta camminata. A provare l’alibi di Ruocco c’è la sua totale assenza dalle telecamere che circondano i luoghi interessati dalle indagini.
- Sergio Ruocco verrà sentito di nuovo
- L'uomo in bicicletta
- Scientology, i dati informatici e le parole del padre
Sergio Ruocco verrà sentito di nuovo
Sergio Ruocco verrà nuovamente sentito dai carabinieri. Lo riporta Il Giorno. Per il compagno di Sharon Verzeni, 37 anni e di professione idraulico, sarà il terzo colloquio con i militari.
Ruocco era già stato sentito la notte dell’omicidio, poi successivamente convocato pochi giorni dopo e ascoltato per cinque ore. Il Giorno specifica che oltre al compagno di Sharon Verzeni, gli inquirenti sentiranno di nuovo alcuni residenti e altre persone vicine alla vittima.
Sergio Ruocco (il primo a sinistra) ai funerali della compagna Sharon Verzeni. L’omicidio di via Castegnate a Terno d’Isola (BG) non ha ancora un indagato
Fino a questo momento, infatti, Ruocco è stato convocato come persona informata sui fatti e si è presentato in caserma senza il suo avvocato. Dopo l’ultimo colloquio ha rivelato di aver riferito “quanto già detto in precedenza” e di non essere sicuro di essere d’aiuto alle indagini.
Dopo l’omicidio, il 37enne si è trasferito a Bottanuco presso l’abitazione dei genitori di Sharon, in quanto la casa in cui viveva con la compagna è sotto sequestro.
L’uomo in bicicletta
Nel frattempo, le indagini continuano. Mentre si procede con il prelievo del Dna dei residenti di via Castegnate e zone limitrofe, si continuano a setacciare le immagini delle telecamere di videosorveglianza dell’area dell’omicidio.
Secondo gli investigatori, nell’ora in cui Sharon Verzeni veniva uccisa – circa l’1 di notte – le telecamere avrebbero immortalato più persone transitare nei pressi del teatro della tragedia.
Tra queste, un uomo in bicicletta. Quest’ultimo sarebbe stato immortalato proprio nell’ora in cui si consumava l’omicidio. Secondo gli inquirenti potrebbe trattarsi sia un testimone che potrebbe aver notato qualcosa di utile alle indagini, sia dell’assassino della barista 33enne. Tuttavia, gli inquirenti non escludono una mano femminile. Gli investigatori stanno cercando di identificare l’uomo a bordo della bicicletta.
Scientology, i dati informatici e le parole del padre
Nelle ultime ore Bergamo News ha lanciato l’indiscrezione secondo la quale Sharon Verzeni avrebbe frequentato gli ambienti di Scientology. Nello specifico, dopo il corso prematrimoniale la 33enne avrebbe mostrato interesse verso l’associazione religiosa, frequentando alcune amiche con le quali avrebbe partecipato ad alcuni incontri a Brembate.
Su questo aspetto il parroco di Terno d’Isola si dimostra scettico, ricordando la fede cristiana della 33enne. Di diversa opinione è il padre Bruno, ascoltato da Repubblica, che ha riferito che i proprietari del bar in cui lavorava la figlia erano sì membri di Scientology, ma Sharon poteva frequentare l’associazione per “essere positivi sul lavoro”, un’iniziativa che lo stesso padre incoraggiava nella speranza che la facesse stare bene.
Infine, c’è l’opinione della criminologa Roberta Bruzzone, la quale non esclude che Sharon Verzeni potesse conoscere il suo assassino. Lo dimostrerebbe, secondo Bruzzone, la contraddizione tra il contapassi e il tempo trascorso tra l’uscita di casa di Sharon e la sua morte: 630 metri in 50 minuti. Inoltre, il telefono della 33enne avrebbe generato traffico fino a poco prima del delitto. In breve, la barista potrebbe aver incontrato il suo assassino e potrebbe essersi intrattenuta a parlare con lui, per poi crollare sotto i suoi colpi mortali.