Il calciatore Omeonga arrestato sull'aereo a Roma: "Pugno in faccia da un poliziotto, lasciato senza acqua"
Il racconto del calciatore ex Genoa Stephane Omeonga sul suo arresto avvenuto in aereo a Roma: l'accusa sul "pugno in faccia da un poliziotto"
Il calciatore ex Genoa Stephane Omeonga è tornato a parlare del suo arresto sull’aereo a Roma nel giorno di Natale, lanciando nuove accuse alla polizia. Il giocatore ha raccontato di aver ricevuto un pugno in faccia da un poliziotto e di essere stato lasciato senz’acqua, ma non ha ancora deciso se sporgere denuncia.
- L'arresto di Stephane Omeonga sull'aereo a Roma
- Le accuse del calciatore Omeonga alla polizia
- I dubbi di Omeonga sulla denuncia
L’arresto di Stephane Omeonga sull’aereo a Roma
Stephane Omeonga ha trascorso la vigilia di Natale in famiglia in Belgio e, la mattina di Natale, ha fatto scalo a Roma prima di prendere l’aereo diretto a Tel Aviv, in Israele.
Dopo aver superato i controlli, il giocatore è salito a bordo dell’aereo. “Nella mia testa ero già in Israele”, ha raccontato al Corriere della Sera. Uno steward, però, lo ha chiamato e gli ha detto: “Ci sono problemi con il passaporto. Devi scendere, se no devo chiamare la polizia”.
Fonte foto: ANSA
Stephane Omeonga, in campo con la maglia del Genoa nel 2017.
Omeonga, in quel momento, non capiva. Sono arrivati due agenti: “Sei sulla black list di Israele, se parti ti mettono in prigione”.
“Ho solo chiesto spiegazioni“, ha ricordato ancora il calciatore. Che poi ha aggiunto: “Si vede anche nel video, non ho alzato la voce o opposto resistenza. Mi hanno ammanettato e preso per il collo davanti a tutto l’aereo. Un’umiliazione enorme, mi sono sentito un criminale”.
Le accuse del calciatore Omeonga alla polizia
Nell’intervista al Corriere della Sera, Omeonga ha raccontato che dopo essere stato portato nel finger che collega l’aereo all’aeroporto. Lì ha perso l’equilibrio: “Sono caduto a terra con le manette. L’agente mi ha messo un ginocchio sul petto e l’altra gamba di fianco alla testa”.
Il calciatore ha parlato anche di un pugno: “L’agente mi ha spinto contro la finestra e mi ha tirato un pugno in faccia“.
“Siete sempre voi neri. Perché hai fatto tutto quel casino? È colpa tua. A me non frega un c… se sei un calciatore”, la frase sentita da Omeonga, che ha detto anche: “Piangevo seduto a terra, i due poliziotti mi hanno tirato dei calci“. E poi: “L’agente che mi aveva tirato il pugno si è fatto medicare la mano, dicendo che l’avevo aggredito”.
Sulle ore trascorse in cella, l’ex Genoa ha ricordato: “Ero da solo, senza cibo e acqua e senza permettermi di chiamare mia moglie”.
Stephane Omeonga ha raccontato che, una volta appreso che aveva giocato in Serie A, sarebbe stato trattato “con maggior rispetto”. Il poliziotto gli ha però mostrato la denuncia per aggressione. “Con questa non giochi più. Contro di noi non puoi fare nulla, sei il colpevole e ora sei nella m..”, avrebbe iniziato a urlare.
I dubbi di Omeonga sulla denuncia
Stephane Omeonga, poi, è stato rilasciato ed è tornato in Belgio dalla sua famiglia. “Non sono uscito di casa per giorni. (…) Sono caduto in depressione“, ha raccontato ancora il calciatore.
Il giocatore ex Genoa non ha ancora deciso se sporgere denuncia: “Non so se me la sento di farne una anche io. Farla contro un agente significa farla contro un sistema in cui vive anche un po’ di razzismo. Mi sembra una battaglia legale impossibile da vincere. Voglio raccontare quello che è successo affinché possa essere d’aiuto per altre persone che subiscono razzismo”.
