Il cadavere di un uomo affiora dalla laguna di Venezia, un peso da palestra legato in vita: è giallo
Il corpo di un uomo è stato ripescato nella laguna di Venezia con un peso legato in vita: omicidio o gesto volontario, indaga la polizia
Giallo a Venezia. Il corpo di un uomo è stato rinvenuto nelle acque di un canale vicino Mestre dopo che alcuni addetti di una società nautica l’avevano visto galleggiare a pelo d’acqua. Il cadavere aveva un peso da palestra legato in vita e una vistosa ferita alla testa, indaga la polizia.
Trovato cadavere in acqua a Venezia
Come riporta il Gazzettino, il ritrovamento è stato fatto nel pomeriggio di venerdì 12 maggio, attorno alle 16, nelle acque della laguna di Venezia nella zona di Punta San Giuliano, vicino Mestre.
A notare il corpo in acqua sono stati due uomini del Gruppo Canottieri che stavano facendo manutenzione ad una barca. Lanciato l’allarme, sono intervenuti la polizia e i vigili del fuoco, che hanno recuperato il cadavere. Sul posto anche il personale della polizia scientifica e il magistrato di turno.
Il cadavere è stato rinvenuto nella zona di Punta San Giuliano, vicino Mestre
Un peso da palestra legato in vita
Secondo quanto riporta il Corriere del Veneto, l’uomo è stato identificato grazie alla patente di guida che aveva con sé: si tratta di un 57enne veneziano residente a Cannaregio. Stando ad un primo esame, il cadavere non sarebbe rimasto in acqua per molto tempo.
L’uomo era vestito e aveva un disco di metallo, di quelli usati come pesi in palestra, legato in vita. Il corpo presentava alcune ferite alla testa, in particolare una profonda e ben visibile.
Le indagini
Gli investigatori della Squadra mobile della Questura di Venezia hanno avviato le indagini per far luce sulla vicenda e chiarire come sia morto l’uomo, la cui auto è stata ritrovata parcheggiata nelle vicinanze. Al momento tutte le ipotesi restano aperte, dall’omicidio al gesto volontario.
Il peso legato al corpo e le ferite alla testa potrebbero far pensare ad un delitto, ma anche al suicidio. Le ferite al capo potrebbero essere compatibili con urti avvenuti in acqua contro un palo, un pontile o una barca.
Spetterà all’autopsia chiarire le origini delle ferite e se siano state inferte prima o dopo il decesso. Gli inquirenti stanno inoltre cercando di ricostruire le ultime ore di vita del 57enne, a partire dall’ascolto dei familiari.