Il 30% degli italiani pensa che le fake news non esistano: il rapporto del Censis sulla disinformazione
Un italiano su tre non crede alle fake news, ma ritiene che si tratti di complotti dei mass media. Il punto del Censis e Ital Communications
Il Censis, istituto di ricerca socio-economica che da 60 anni sonda gli umori e le abitudini degli italiani, indaga il rapporto fra i cittadini e l’informazione. E il dato che emerge dal report “Disinformazione e fake news in Italia” del Censis e Ital Communications è sorprendente.
- Cosa pensa un italiano su tre delle fake news
- Opinione e intelligenza artificiale contro le bufale
- Regolamentare l'intelligenza artificiale
Cosa pensa un italiano su tre delle fake news
Il rapporto ha rilevato che gli italiani si informano sempre di più tramite internet, ma non tutti sono vaccinati contro le fake news che abbondano in Rete.
Il 30% degli italiani pensa che le fake news non esistano, ma che siano notizie tenute nascoste dai mass media.
E 700mila persone, poi, non si informano affatto.
Dal rapporto emergono poi il bisogno di informazione che i cittadini continuano a manifestare e la generalizzata consapevolezza della pericolosità delle fake news e della cattiva informazione.
Molti esprimono poi l’ansia di non saper distinguere una bufala da una notizia vera.
Opinione e intelligenza artificiale contro le bufale
Sono due i fronti sui quali lavorare secondo Giuseppe De Rita, presidente del Censis: il primo è quello dell’opinione, il secondo è il ricorso all’utilizzo virtuoso dell’intelligenza artificiale.
Per contrastare le fake news, dice De Rita, “occorre fare ancora più opinione di quanta non se ne sia fatta fino ad ora”.
Però, su questo fronte, esiste un rischio ovvero quello di “entrare in un mondo in cui tutto è non verificato”.
L’utilizzo dell’intelligenza artificiale sarebbe poi utile, secondo De Rita, per gestire le informazioni e per convincere chi interpreta i fatti del mondo solo sulla base della propria esperienza personale non rendendosi conto che gli eventi sono immensamente più complessi.
Negli ultimi tempi è tutto un proliferare di fake news fra bufale su vip morti, notizie verosimili su fatti di cronaca e i grandi classici sui vaccini e sul negazionismo climatico.
Regolamentare l’intelligenza artificiale
Alberto Barachini, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega per l’editoria, non ignora i rischi dell’intelligenza artificiale correlati all’informazione.
In primis quello che gli algoritmi, sempre più raffinati, possano un giorno sostituirsi ai giornalisti in carne ed ossa.
Poi c’è un rischio legato ai contenuti, ricorda Barachini, ovvero quello di “immagini e fotografie che saranno sempre più difficili da riconoscere come prodotto artificiale”.
“Lavoriamo a livello europeo per fare in modo che ogni prodotto non-umano sia immediatamente riconoscibile”, conclude il sottosegretario.